Ordine d’arrivo:
1° Alejandro Valverde (Spagna) 6h46’11”
2° Romain Bardet (Francia)
3° Michael Woods (Canada)
4° Tom Dumoulin (Olanda)
5° Gianni Moscon (Italia) a 13″
6° Roman Kreuziger (Rep. Ceca) a 43″
7° Michael Valgren (Danimarca)
8° Julian Alaphilippe (Francia)
9° Thibaut Pinot (Francia)
10° Rui Costa (Portogallo)
Finalmente c’è l’ha fatta. Alejandro Valverde si laurea campione del mondo ad Innsbruck. Una maglia voluta, inseguita, sognata e in funzione della quale ha lavorato per una intera stagione. La Spagna, dopo anni di catastrofi tattiche, ha azzeccato in Austria la gara perfetta. Tutti gli uomini in casacca giallo-rossa si muovono al momento giusto, senza mai esagerare. Gli avversari boccheggiano, si staccano anzi tempo: da Sagan a Nibali sono in tanti ad alzare bandiera bianca ancor prima del suono della campana.
Sul muro finale restano in tre: Valverde morde il freno, non allunga, si limita ad aspettare che siano gli altri ad imporre il ritmo e a staccarsi, uno ad uno. Con Valverde scollinano in testa il francese Bardet e il canadese Woods, autentica sorpresa del mondiale. Più indietro un generosissimo Gianni Moscon e l’olandese Tom Dumoulin.
Gli ultimi chilometri sono un saggio della classe e dell’esperienza di Alejandro Valverde: batte tutti a mani basse e si prende la soddisfazione che corona un’intera carriera.
Restano beffati i francesi costretti ad accontentarsi dell’argento. Fuori dalla top ten i britannici mentre a tenere a galla l’Italia è solo la classe di un giovane talento: quel Gianni Moscon che ha le carte in regola per essere la nostra punta a partire da domani. Oggi, per lui, purtroppo c’è solo la quinta piazza.
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