Andrea Garosio, venticinquenne corridore di Brescia attualmente facente parte della formazione continental D’Amico Utensilnord, è uno dei pochissimi ciclisti italiani chiamati quest’anno da una squadra World Tour, per la precisione la Bahrain Merida, per l’effettuazione di un periodo di stage.
Quando comincerai il tuo stage in Bahrain Merida e in occasione di quali gare?
“Per quanto riguarda lo stage non so ancora di preciso quali corse farò. Devo aspettare che la mia squadra, la D’Amico Utensilnord, decida se alcune gare le dovrò fare con loro o con la Bahrain Merida. Sicuramente saranno gare del calendario italiano considerato che quelle World Tour non posso disputarle da regolamento”.
Anche l’anno scorso facesti uno stage sempre con la Bahrain Merida, come andò? E’ una seconda opportunità che ti viene offerta?
“Si, anche lo scorso anno feci uno stage con loro e secondo me è andato bene perché ho sempre svolto il lavoro che mi è stato richiesto, e in squadre come la Bahrain Merida l’importante è essere a completa disposizione dei propri capitani. Quest’anno è un’altra opportunità che mi è stata offerta di correre al fianco di corridori di grosso calibro per imparare, e sinceramente sono più tranquillo rispetto lo scorso anno che ero si entusiasta, ma anche teso e avevo una certa paura di non essere all’altezza”.
Hai fatto anche dei training camp a gennaio con la Bahrain Merida, che sensazioni hai avuto sia a livello personale che di team?
“Esatto. A gennaio ho fatto un training camp a Calpe dove sono rimasto ad allenarmi per una decina di giorni e mi sono trovato davvero bene! È stata anche lì una bellissima esperienza perché ho potuto vedere come vivono dei corridori professionisti una loro giornata. Devo dire che la Bahrain Merida è una squadra super organizzata perché non manca davvero nulla a partire dalla colazione, pranzo, cena. Avevamo un cuoco e cibo di alta qualità. C’erano i gruppi di allenamento (formati da 6/7 corridori) seguiti rispettivamente da un meccanico e dal direttore sportivo. Nel pomeriggio si passava ai massaggi e al tempo dedicato allo stretching. Insomma, c’è il tutto per svolgere al meglio la propria attività, in poche parole un vero top Team”.
Ti senti pronto per passare tra i professionisti?
“Riguardo al passaggio tra i professionisti si, ora mi sento pronto perché sono cresciuto sia a livello fisico che mentale per affrontare la nuova categoria. Tra i professionisti ho già gareggiato quest’anno con il mio team continental D’Amico Utensilnord, il quale mi ha dato l’opportunità di fare corse anche di una certa caratura”.
Stai pensando a come proseguirà la tua carriera da corridore se lo stage con la Bahrain Merida non dovesse dare i frutti sperati? Hai contatti con altri team professionistici?
“No, sinceramente non sto pensando ad altro se non ad impegnarmi per far bene il finale di stagione e poi tirerò le conclusioni”.
Facendo una analisi del tuo percorso da atleta, quali sbagli (se ce ne sono stati) pensi di aver commesso e qual’è il tuo più grande difetto in gara?
“I miei più grandi sbagli, forse, sono stati di aver buttato via i primi due anni tra gli Under 23. O meglio, il primo anno ho preferito dedicarmi alla fine degli studi per aver in mano il diploma di geometra, mentre il secondo ero ancora poco pronto a livello di testa. Sono stati forse anche difficili i miei anni tra i dilettanti perché sia quando ero in Zalf che in Colpack ho vissuto annate straordinarie avendo dei compagni di squadra forti, e di conseguenza era anche più difficile emergere. Inoltre, anche le corse dilettantistiche negli ultimi anni erano prevalentemente collinari e facevo fatica a trovare corse con arrivi in salita che sono più adatti alle mie caratteristiche, però ormai è acqua passata e vediamo il presente e il futuro. Per il difetto preferisco non dirlo (n.d.r e si lascia andare a una risata)”.
Come è andato il tuo Campionato Italiano di Darfo Boario con i professionisti?
“Il mio Campionato italiano a Darfo devo dire che è stato positivo, in linea a quello che mi aspettavo e volevo; alla vigilia della corsa il mio obiettivo e della squadra era quello di provare a centrare la fuga per “farsi vedere” protagonisti, visto che il percorso non era proprio adatto a me e l’unica soluzione era quella. Sono contento di esserci riuscito a centrare la fuga anche perché correvo sulle strade di casa, e per me era un motivo in più per mettermi in mostra davanti alla gente che è venuta a sostenermi”.
Com’è gareggiare tra i professionisti?
“Gareggiare con i professionisti mi piace molto. È completamente diverso rispetto alle categorie giovanili perché la corsa ha uno sviluppo logico e il copione solitamente è questo: si parte forte, va via la fuga, si va un attimo a “spasso” e poi è una continua progressione. Mi piace perché è uno svolgimento di gara più adatto a me rispetto a una corsa tra i dilettanti dove si va sempre a scatti e contro scatti”.
Come ti trovi nella D’Amico Utensilnord?
“Nella mia squadra attuale, ovvero la D’Amico Utensilnord, mi trovo abbastanza bene. L’inizio anno è stato difficile perché abbiamo corso poco e non avevamo ritmo, ma piano piano siamo migliorati. Per una stagione di “apprendistato” non è male perché impari molte cose sia in corsa che fuori e inizi a capire con le gare il vero ciclismo”.
A quali gare hai partecipato quest’anno?
“Quest’anno ho partecipato a diverse corse di un giorno a inizio anno come il debutto al Trofeo Laigueglia (causa un virus stagionale), per poi passare al Trofeo Industria e Artigianato, il Giro dell’Appennino, Cholet, Loire Atlantique, Plumelec, Lugano e altre corse. Come gare a tappe ho affrontato la Ronde de L’oise in Francia, una corsa in Austria, il Sibiu Tour e infine il Tour of Alsace, dove sono stato sfortunato nella tappa dura che decideva anche la classifica a causa di una foratura e guasto meccanico nelle fasi finali della corsa”.
Al di fuori della vita da corridore, cosa ti piacerebbe fare?
“Al di fuori del ciclismo ho parecchie idee che mi piacciono, ma al momento non ci penso più di tanto perché voglio rimanere concentrato sul ciclismo visto che sono questi gli anni buoni. Sicuramente mi piacerebbe rimanere nel mondo dello sport, fin da piccolo sono uno sportivo e senza non posso farne a meno vista la mia grande passione. A livello sportivo, oltre al ciclismo, da sempre sono un super appassionato di calcio, e mi piace sciare e camminare in montagna. Inoltre, mi piacerebbe avere anche una mia attività, per esempio una gelateria, considerato che mi piacciono tantissimo i gelati, ma queste sono solo idee a monte”.
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