Internazionale, nazionale, regionale. La bomba è scoppiata. La Fci ed in particolar modo il Settore Tecnico Nazionale lo scorso anno si era battuto per un calendario unico nazionale e internazionale. Una battaglia condivisa dalla gran parte dei team e dei direttori sportivi ma alla fine bloccata da un manipolo di organizzatori a causa dei costi che sarebbero quindi lievitati.
I RUSSI SBARCANO IN TOSCANA – Ma a questo punto, a pochi giorni dal via della gara di Mercatale Valdarno (Ar), che da anni si fregia di una deroga che permette di far correre più di 200 atleti (anche se a dirla tutta, i 400 corridori di quando la vinse Biagio Conte negli anni Novanta, non si sono più registrati alla partenza) si apre uno scenario nuovo. Siamo certamente in Europa, ma quando una squadra dell’Est chiede di poter partecipare alla corsa con quattro corridori, prefigurando la presenza di un team organizzato vero e proprio e non di singoli corridori singoli presenti in Italia per motivi di studio o di vacanza ma per partecipare a competizione, come ci si deve regolare?
Quattro corridori, anche se chi ha fatto la richiesta ne voleva otto, in virtù dei nuovi regolamenti federali che prevedono la presenza di otto corridori per squadra in caso di due corse in calendario. Quattro corridori, come abbiamo detto, significa avere una squadra strutturata a tutti gli effetti. E quindi una corsa regionale che assume valenza internazionale trovando al via team non italiani. E qui sorge il dubbio. Nonostante l’impegno della Fci, a questo punto ha senso o quale valore ha l’internazionalità o la nazionalità della corsa, se anche una regionale puo avere gli stranieri al via?
PRENDI 2 PAGHI 1 – Molti organizzatori, anche di gare di categorie inferiori, come la categoria juniores hanno sollevato il problema. “Io pago le tasse per iscrivere la mia corsa un anno prima al calendario Uci, per averla di carattere internazionale, mi carico di costi e tasse federali e di rimborsi e ospitalità per i team stranieri, a questo punto che senso ha? Posso farla regionale, mi costa meno, tanto, gabbando la Fci con una corsa regionale e la presenza di un numero limitato di atleti, posso renderla di livello internazionale anche se è regionale”.
In tempi difficili, pur di risparmiare le si pensano tutte. E poi, i corridori stranieri, a titolo personale, possono partecipare a corse regionali in Italia, solo se si trovano nel Bel Paese per motivi di studio, per imparare la lingua, e molto altro. Ma a titolo individuale. Diverso ancora è il caso degli accordi transfrontalieri. Accade ad esempio a San Daniele del Friuli. Il Friuli confina con la Slovenia e, tramite il mare, con la Croazia oltre che direttamente con l’Austria.
Quindi può far partire al massimo una decina di atleti a titolo individuale. Quindi ci chiediamo, ha senso per gli organizzatori mettere in campo gare di carattere internazionale, cercare di alzare il livello e la qualità delle corse con la presenza di atleti stranieri quando la stessa cosa si può ottenere facendo una corsa regionale?
Si parla da anni di far crescere la qualità del ciclismo dilettantistico, quel ciclismo dilettantistico che esiste solo in Italia e che l’Uci vorrebbe trasformare in continental. E far andare nel mondo i team. Il confronto in Italia ci deve essere, ben vengano i francesi, i tedeschi, i russi, gli sloveni e tanto altro. Ma ditemi con quale stato confina ad esempio la Toscana? Per via mare con la Francia e la Spagna? E non di certo con l’Est Europa. Altro problema che è stato sollevato più volte.
REGIONALI NO LIMITS – L’Uci ha imposto delle regole in materia di sicurezza. Al via delle corse nazionali e internazionali, che siano dei professionisti o come in in Italia li chiamiamo noi, dilettanti, il numero massimo di partenti è di 176. Le corse regionali continuano ad avere il limite massimo fermo a 200. Ribadiamo, motivi di sicurezza. E allora che senso ha dare deroghe ad oltre 200 partenti, che poi sfiorano di poco in linea superiore i duecento, su percorsi dove ci sono strade con le frane, sono stati fatti numerosi sopralluoghi, le ammiraglie non potranno fare seguito per non appesantire ulteriormente la sede stradale ed evitare ulteriori fenomeni franosi, ma si concedono numerosi passaggi di atleti in budelli dove a fatica passeranno le moto e le ambulanze. La sicurezza quindi diventa un optional?
Non vogliamo gettare la croce su nessuno, sia chiaro, ma le regole ci sono e vanno rispettate.