Tanto tuonò che alla fine piovve. E cabina di regia sarà. Giustamente o meno sarà la storia a dirlo. Il Settore Tecnico Nazionale, con un atto di coraggio, avoca a se il diritto di pianificare l’attività dei dilettanti a livello nazionale. Troppi malumori per le sovrapposizioni tra gare regionali, nazionali e internazionali. Con il rischio di una dispersione del patrimonio di atleti e di organizzazione per la corsa del campanile regionale che via via ha fatto perdere di spessore e qualità il movimento ciclistico. E allora la parola d’ordine diventa ora riqualificazione.
RIQUALIFICARE – Riqualificazione del calendario, del movimento atleti, delle squadre e delle organizzazioni. Come succede in tutti gli altri Paesi d’Europa. Tre corse al massimo per domenica, con la garanzia di vedere alla griglia di partenza il maggior numero di iscritti, offrendo una qualità organizzativa all’altezza di un panorama di ampio respiro che possa offrire anche più spettacolo e far rinascere la passione per il ciclismo su strada. Due, tre gare nazionali o internazionali garantiscono anche la partecipazione di un minimo di tre squadre straniere, mettendo a confronto i nostri corridori con chi è abituato a girare il mondo, l’innalzamento degli standard qualitativi mettendo magari una quota minima di iscrizione alle gare così da aumentare il montepremi da distribuire poi ad atleti e team, giurie competenti e qualificate e tutta una struttura di appoggio alla gara che va dal cambio ruota alle staffette che abbiano un altrettanto standard qualitativo.
La Federazione insomma rilancia, senza voler togliere certamente l’imprimatur ai comitati regionali che potranno com-partecipare all’approvazione ma dovranno comunque far riferimento ad una struttura centrale in grado di pianificare il calendario e spalmare gli avvenimenti sul territorio nazionale, evitando così i tappi di inizio stagione con una gara sola e 400 iscritti (il massimo previsto è duecento) o un esubero di gare e pochi partecipanti in concorrenza tra loro.
Si va, insomma, verso uno stop alla qualifica di gare regionali per passarle tutte di categoria superiore, abbassando le tasse, per le gare nazionali e internazionali, da 1500 a 1000 euro, e innalzando da 800 a 1000 euro le regionali. A conti fatti il tutto verrebbe pareggiato. Anzi, la Federazione potrebbe addirittura intervenire in qualità di direttore laddove ora non è di sua competenza. Un calendario con la supervisione centrale da più parti è richiesto da tempo.
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VIA IL TRICOLORE ELITE, PIU’ SPAZIO ALLE CONTINENTAL – E l’ipotesi che potrebbe diventare realtà il 7 agosto prossimo, è sostenuta dalla Struttura Tecnica nazionale e dal Consiglio Federale con l’appoggio della gran parte dei Presidenti regionali. In questo modo si andrebbero ad appianare anche le tante divergenze tra organizzatori che mettono in cantiere la gara internazionale, nazionale o regionale e si trovano in concorrenza tra loro. Così’ facendo tutti potrebbero trarne benefici. Invece di recepire disparità organizzative sul territorio nazionale, verrà omogeneizzato un sistema organizzativo con elevati standard qualitativi.
All’interno delle gare nazionali e internazionali potrebbero così trovare spazio finalmente le continental che, secondo il progetto federale, verrebbero riqualificate. Si parla anche di un abbassamento dei costi di fideiussione ma tutto comunque nell’ottica di far innalzare la qualità del movimento continental.
Si dovrebbe inoltre garantire comunque un congruo rimborso ai corridori che in ogni caso fanno fatica e hanno scelto il ciclismo come lavoro. E giustamente devono essere ricompensati. Si spera intanto di far aumentare un numero congruo di team continental per far salire il livello del movimento italiano che si confronta con il resto del mondo. Altro punto da risolvere è quello degli elite. Trasferirli magari nelle continental potrebbe essere la scelta migliore, per un confronto con il mondo del professionismo, abolendo già dal prossimo anno il campionato italiano elite e farli correre nel campionato dei professionisti. Insomma un calendario Nord e Centro Italia in modo da evitare sovrapposizioni, in modo che sia garantita una equa partecipazione di corridori in tutte le gare.
Se in un giorno ci saranno tre gare, si potranno iscrivere un massimo di sei corridori d’ufficio, se le gare saranno due, otto corridori. Il tutto in Italia ci sono circa 450 dilettanti tra under23 ed elite. Verrà siglato un accordo con Lega Ciclismo Professionisti e Organizzatori per far partecipare gli elite e le squadre continental alle prove riservate ai prof e così riqualificare anche il movimento professionistico. Insomma per la cabina di regia e le altre proposte il Consiglio Federale del 7 agosto si riunirà assieme ai presidenti regionali. La gran parte sono già d’accordo, c’è una volontà sia tecnica che politica di un controllo e verifica centrale, le gare restano comunque di approvazione regionale ma con controllo superiore a livello di struttura tecnica, ovviamente salvo le internazionali.
Il vero nodo rimane quello dei giovani. Se si riducono le corse, alzando il livello e la qualità si rischierebbe di ridurre il numero degli juniores che passano con successo tra i dilettanti. Una soluzione alla quale sta pensando la Federazione è quella del rilancio delle corse Under 21. Si potrebbe aumentare il numero dei neo-under 23 in squadra, come? Sarebbe allo studio una norma che imponga la proporzione per cinque juniores con meno di 35 punti ogni neo-under23 con più di 35 punti per non disperdere un patrimonio giovanile. Questione di futuro: il 7 agosto o si vive o si muore.
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