C’era una volta il ciclismo italiano. Poi arrivarono i cinesi, e infine toccò agli arabi. E’ una parabola davvero triste quella vissuta in questi mesi dall’ormai ex Team Lampre. Vincente e brillante ai tempi d’oro con Gilberto Simoni e poi addirittura iridato con Alessandro Ballan e Damiano Cunego. Alla caccia di ossigeno finanziario da un pò di anni, sostenuto per alcune stagioni dal colosso taiwanese Merida che ha imposto ingaggi e trasferte che fanno a cazzotti con la storia del ciclismo, la formazione della famiglia Galbusera affidata alle “manine” di Beppe Saronni e allo “stratega” Mauro Gianetti doveva sbarcare in Cina e, invece, è stata svenduta agli arabi.
ATTENTI A QUEI DUE – Quello che contava era ottenere la licenza World Tour, si dirà. Certo, ma con quale futuro per atleti, staff e società collegate? La premiata ditta Saronni-Gianetti ha sparato al cielo nei mesi scorsi per poi ridursi a fare la questua negli ultimi giorni della proroga concessa dall’UCI tra i milionari del petrolio pur di dare un vestito allo scheletro sin qui allestito.
I corridori ci sono e la rosa è di assoluta qualità. A mancare sono una dirigenza in grado di ricoprire questo ruolo e, fino a poche ore fa, i soldi necessari a garantire per la concessione della licenza World Tour: quali garanzie hanno gli atleti e lo staff? Tra poco più di due settimane si comincia a correre, molte formazioni si sono già presentate al pubblico, Saronni e Gianetti come faranno a ridurre questo ritardo organizzativo? E soprattutto, quanto durerà tutto questo?
I trascorsi di Gianetti e Saronni li conoscono tutti e il ricordo della brutta fine della Geox aleggia come uno spettro nell’aria respirata dagli ex blu-fucsia senza nome.
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UNA SQUADRA SENZA UN NOME – Uae Abu Dhabi è il nome di uno stato. Da ieri potrebbe essere anche quello di una squadra. L’emiro che avrebbe messo la grana è uno dei tanti che si contano da quelle parti e che, con la stessa facilità con cui è stato reperito potrebbe tranquillamente uscirsene di scena. Proprio come è successo con gli ormai famosi investitori cinesi: “Con una conferenza tenutasi a Pechino, il gruppo capitanato da Beppe Saronni è stato ufficialmente scelto come base solida sulla quale crescerà, grazie alla collaborazione con TJ Sport Consultation, la prima squadra ciclistica World Tour con sponsor principale cinese. TJ Sport Consultation Co, presieduta da Li Zhiqiang, tra le sue varie attività ha anche lo scopo di sviluppare in Cina il settore della bicicletta in tutte le sue declinazioni: dalla promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, fino allo sviluppo del ciclismo in ambito agonistico in tutte le discipline e in tutte le categorie, maschili e femminili. Il progetto è coordinato da Mauro Gianetti” si leggeva in un comunicato diffuso dal Team Lampre lo scorso 26 agosto.
Per mesi abbiamo avuto a che fare con una ipotetica “TJ Sport Lampre” con un budget e un nome indefinito. Ora ci troviamo ad avere al suo posto una UAE Abu Dhabi: con tanti corridori e nessun progetto a lungo termine. E tra qualche mese chissà…
ITALIA, IN CHE MANI SEI? – Come è possibile avvicinare e fidelizzare tifosi e appassionati al mondo delle due ruote finchè la progettazione e la gestione delle squadre continuerà ad essere questa? Cosa dovrebbero tifare a bordo strada gli ipotetici sostenitori della UAE Abu Dhabi? Che campagna pubblicitaria potranno fare gli ipotetici partner di una squadra che nasce sotto l’albero di Natale? Non mancano, in questo senso, le responsabilità dell’UCI che aveva puntato sul World Tour proprio per dare stabilità al ciclismo mondiale e, invece, si ritrova con una rosa di squadre allargata (nuovamente) a 18, pur non avendo altrettante formazioni di tale livello a disposizione.
Intanto, a causa di queste sciagurate operazioni, il ciclismo italiano non solo ha perso l’unica licenza World Tour che gli era rimasta ma ha affidato a questa “armata brancaleone” alcuni dei talenti emergenti più forti del vivaio italiano (Consonni, Ravasi, Troia, Ganna) e altri uomini chiave della nazionale italiana (Modolo, Conti, Ulissi). Che ne sarà di loro? Quale il loro programma di crescita e di avvicinamento agli appuntamenti più importanti?
Dopo aver annusato tanto fumo, non resta che incrociare le dita per scongiurare il rischio che Totò (Gianetti) e Peppino (Saronni) non abbiano confezionato un altro clamoroso “pacco”, che si potrebbe sciogliere come neve al sole già nella prossima estate…