Il povero emerodromo Fidippide si starà rivoltando nella tomba, seppellito chissà dove, forse ad Atene, forse a Maratona, in un cenotafio. La sua folle corsa a piedi da Marathona ad Atene per annunciare la vittoria della coalizione ateniese nel settembre del 490 avanti Cristo, guidata dal polemarco Callimaco su quelle del re persiano Dario Primo misurava 42 chilometri e 125 metri. Da un punto di partenza a un punto di arrivo. Secondo Luciano di Samosata avrebbe corso senza fermarsi. Quindi in linea retta non in circuiti. Poi venne il 1896. E la prima edizione, ad Atene delle Olimpiadi moderne. Rispettando la tradizione con un avvio e una fine.
E le varianti del 2016 con la Marathona di Treviso, da Conegliano a Conegliano in un circuito. Insomma non parte più da un punto e non arriva ad un altro, quindi chiamarla Marathona di Treviso sembra alquanto ridicolo, trattandosi appunto di kermesse. E circuito fu. Un anello che va ad intersecarsi su un altro anello, quello di Mareno di Piave. Certamente la Marathona, quella vera, ha qualche migliaio d’anni. Il circuito di Mareno di Piave, ovviamente ciclismo dilettanti, di anni ne ha “solo” 76. E un anno di stop per fare un tagliando. Stop imposto proprio dalla non – Treviso Marathon.
Amministratori, cittadini sordi, che al tavolo organizzativo, nel momento di farsi imporre il 6 marzo come data di transito della Marathona di Treviso pare si siano scordati del Circuito di Mareno. E gli organizzatori dell’evento, quelli del Pedale Marenese, il duo Da Ros – Zanardo, si sono trovati spiazzati.
“Siamo stati avvisati del transito della manifestazione podistica solo a cose fatte – racconta Da Ros – e senza alternative. Già con la piantina stampata. Nessuno ci ha proposto alternative, offerto idee di aggiustamento. Sordi alle nostre richieste e al rispetto di una gara che si corre da 76 anni. Sordi al ciclismo. Abbiamo pensato a tutte le alternative possibili. Anche al sabato. Ma l’intenso traffico ai centri commerciali non permetteva il blocco delle auto. Nel rettilineo d’arrivo ci hanno piazzato una rotonda pericolosa e sinceramente rischiare di far cadere i corridori non ce la sentivamo. Cambiare paese, chiedendo ospitalità ai comuni limitrofi? Ci abbiamo pensato ma diventava tutto troppo difficile e complicato. Abbiamo alzato bandiera bianca”.
Non l’aveva alzata Fidippide che corse per oltre 42 chilometri in linea retta non in circuito. Dispiace che per un anno la alzino gli organizzatori marenesi. Alla fine ci rimettono solo i corridori, le squadre e i tanti tifosi. E pure l’indotto del commercio, con le attività che avrebbero lavorato anche alla domenica. Mareno è il km. 32 del transito della non- Treviso Marathon. Strade chiuse sino alle 16.30. Impossibile far passare in contemporanea anche il circuito delle ruote veloci di Mareno. Ma sarebbe simpatico vedere quante persone saranno ferme lungo i bordi delle strade per veder transitare il solito gruppo di podisti etiopi o marocchini, vincitori costanti della corsa trevigiana.
Pare che anche i parroci di due chiese del marenese abbiano espresso vibranti proteste. Chiese blindate, il 6 marzo non si potrà nemmeno andare a messa. Un pit stop di un anno: “Anche per ripicca – affonda Da Ros -. Il prossimo anno ripartiremo più forti che mai. La Marathona prima dovrà chiedere a noi. E nel segreto delle urne, per le prossime votazioni comunali ce ne ricorderemo. Il ciclismo è una grande famiglia. Quando si unisce sono guai…”