Due corde tirate ai lati della strada e una striscia per terra fatta con lo spray rosso. Questa volta la realtà ha superato l’immaginazione. Siamo a Barcellona Pozzo di Gotto. Gara mista, dove corrono tutte le categorie: esordienti, allievi, juniores e i cicloamatori. Senza corse come quella in Sicilia non si correrebbe affatto. Ordini d’arrivo stilati ancora a penna sulla carta carbone o con i ciclostili (esistono ancora, mai gettarli sono pezzi da museo ormai). Una strada in un popoloso centro siciliano. Arriva la corsa. La gente tranquillamente attraversa la carreggiata, non si vede l’inizio corsa, passa uno scooter e chi se lo sogna il fotofinish.
E’ QUI LA GARA? – I giudici vengono confinati in un riquadro ricavato sempre con lo spray, rosa stavolta forse a ricordare il transito del Giro d’Italia professionisti dopo la corsa rosa. Diciamo che si tratta di un arrivo al limite del regolamento, ma in Sicilia sembra essere normale. Del resto se non ci fosse chi organizza anche queste gare, pur tra mille difficoltà, con pochi corridori, un vivaio da far crescere, strade da chiudere anche se temporaneamente, per il passaggio di qualche corsa, il ciclismo in Sicilia non esisterebbe più.
E la dice lunga il fatto che un tale Vincenzo Nibali sia il miglior corridore che abbiamo in Italia. Cresciuto tra mille difficoltà logistiche, forse ha saputo destreggiarsi meglio di atleti di altre regioni del Nord cresciuti negli agi ciclistici. Però qualche controllo in più, per dar più valore alle corse siciliane, quello si, si potrebbe fare. Perché un palchetto, un fotofinish, uno striscione d’arrivo, magari qualche transenna, fa molto ciclismo e arrivo di gara, molto più dello spray per terra che fa più writer da periferia…
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA – E poi si passa da un estremo all’altro. Arcade, corsa per dilettanti, under23 ed elite in provincia di Treviso. Moto come se piovesse, tipo Giro d’Italia, ambulanze, due, per sicurezza, in caso di emergenze. Ogni incrocio presidiato, anche se causa la calura qualche omino dotato di bandierina si appisola con il panama in testa, tra le vigne di prosecco. Poi ancora moto della polizia, radio informazione, auto inizio e fine gara, arrivo transennato per 300 metri prima e cento metri dopo, blindato il traguardo, doppio palco per speaker e autorità e dall’altra parte della strada torretta per il fotofinish. E piano di sicurezza con tanto di vie di fuga approvato dalla Prefettura in caso di emergenza.
La corsa transita sul Montello. Ad un certo punto da una casa esce una donna urlando. Si butta letteralmente davanti alle moto staffette. Urla che il marito è in piscina, colto da malore, da infarto. Si ferma una delle due ambulanze al seguito della corsa. Il medico anestesista, a dire il vero sono in due addirittura, presta i primi soccorsi. L’uomo viene mantenuto in vita dai medici della gara e intanto la gara prosegue con l’altra ambulanza. Arriva l’elicottero del Suem e il paziente viene trasportato in Pronto Soccorso. Vivo, grazie alla corsa ciclistica che stava transitando proprio fuori da casa sua.
Le due facce di un ciclismo che comunque ha un valore unico, che sia al Sud o che sia al Nord: il ciclismo è uguale per tutti. E le regole pure…
[banner]G-andrea[/banner]