Che i corridori a volte siano un po’ briganti, ovviamente in senso metaforico, è un po’ vero. Che in epoca medievale un tal Ghisallo dopo aver contrastato un assalto di briganti ed essersi salvato e per questo aver fatto voto alla Madonna è scritto tra leggenda e storia. Che nel 1949 Papa Pio XII benedicesse il santuario fatto costruire anni addietro come tempio universale dedicato ai ciclisti è storia. Che la Madonna del Ghisallo faccia miracoli non è ancora accertato. Di certo non lo ha fatto ieri per la gara juniores di Appiano Gentile che doveva arrivare proprio lassù, a 700 metri di altitudine, tra le nuvole, a incoronare il vincitore. E a far scendere la benedizione sul gruppo di partenti.
19 JUNIORES AL VIA – Beh gruppo…manipolo. 23 iscritti, 19 partenti. E niente arrivo sotto il mantello protettivo della Regina dei Cieli. Onore agli organizzatori che nonostante i 19 presenti, un gruppuscolo di accaniti guerrieri, un po’ come i Trecento spartani alla battaglia delle Termopili, hanno ugualmente messo in cantiere la corsa bloccando pure le strade. Ma lo scandalo non sta nei 19 . E ripetiamo, complimenti alle società che hanno schierato gli atleti al via e agli organizzatori. Bensì nelle sei, e sottolineo sei, corse riservate agli juniores nell’ultima domenica. Sei eventi sparsi tra Lombardia, Veneto, la più a sud a Ravenna. Un calendario distonico, ovvero non armonico. Come è possibile che ci siano sei gare in contemporanea per una categoria, quella junior, la più preziosa, la più fragile, tutte al Nord Italia, a scuola già iniziata, senza controllare una eventuale “spalmatura” in altre regioni?
E’ accaduto qualche domenica fa alla Vittorio Veneto – Col Alt. Stesso copione del Ghisallo. Ma li non si arrivava ad un santuario…Pochi iscritti. La struttura tecnica del Comitato Veneto, capitanata da Mario Penariol, in collaborazione con Ennio Benedet, prende di petto la situazione. C’è chi telefona a destra e a manca e invita le società a distribuire meglio i corridori nelle varie corse. Si invitano addirittura dei team del centro Italia. Ed ecco che magicamente partono in una novantina. La paura fa novanta dicono. Ad Appiano Gentile ha fatto 19.
COORDINAMENTO NECESSARIO – E ribadiamo il solito annoso problema tante volte rilanciato dalle colonne di questo giornale online. Perché nel momento di stilare il calendario non si crea una cabina di regia comune? Parliamo almeno delle categorie juniores ed elite-under23. In modo da aver tutto sotto controllo. E, in caso di disarmonia, correre subito ai ripari distribuendo equamente la “ricchezza corridori” in più gare.
Forse è necessaria più forza decisionale e in questo caso meno autonomia delle regioni per affrontare un problema che deve essere, secondo noi, governato da un organo centrale. E questo anche in contro tendenza con il crescente desiderio di indipendenza nella società civile. Vero, gli organizzatori decidono perché sono gli organizzatori ad accollarsi le spese ma sempre più spesso arrivano mail alle società in cui la presenza di questo o quel team non è gradito. Creando un circolo ristretto di gare e vincitori che non raccontano la realtà e il vero polso della situazione.
E la conseguenza è il non far emergere il campione o il corridore di valore. Lo si è visto al Piccolo Giro di Lombardia. Calano dall’estero gli squadroni organizzati, che fanno attività ed esperienze internazionali anche in gare con squadre wordl tour e noi restiamo al palo. Il settore femminile gestito da anni a livello centrale e in modo non personalizzato non riscontra certamente i problemi che invece si sono acuiti nelle categorie maschili. Un’ipotesi quella di gestire il calendario per macro-aree, nord, centro e sud, superando ostilità e antiche ruggini…E magari non pensare solo alle gare – epigrafi ma allegramente ragionare sui giovani corridori che crescono. Il ciclismo non deve legarsi solo al Perdono, al Rosario, alla Sagra della Salsiccia, della Zucca, del Baccalà, alla Medaglia d’Oro, al Memorial, al Trofeo XYZ. Pur nel rispetto delle tradizioni.