Chris Froome arriva quando mancano dieci minuti alla sua crono. Assediato dalla folla, dalle persone che vogliono farsi i selfie con lui, stringe la mano a Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia e gli dice in Italiano: “Grazie per questo bel Giro”. La prima crono e la prima maglia rosa la conquista Tom Dumoulin. Il favorito numero uno alla vigilia che subito dopo il traguardo dichiara: “Vivo alla giornata, giorno dopo giorno. Il Giro è molto lungo quindi prendo ciò che viene”.
Chris Froome ringrazia Vegni. E in verità oggi avrà tirato giù anche i santi del Paradiso (di fronte aveva pure Gerusalemme). Stamattina verso le dieci l’alieno Froome prova il percorso. Prende a tutta una curva in discesa e finisce fuori strada a causa dell’asfalto sdrucciolo. Viene a fare la prima misura delle bici ma evidentemente l’anca gli fa troppo male. Lo vediamo a pochi centimetri. Il body è strappato sul fianco, una evidente ferita sanguina un pò, il ginocchio pure. E il nervoso è forte. Si capisce subito che almeno per la prima crono non sarà il Froome di sempre. Prima di lui parte un Dumoulin fresco e rilassato. Elegante, come lo ha definito Oliviero Toscani, che già lo dava per vincitore stamattina quando avevamo interpellato il fotografo. Gerusalemme risponde bene alla prima tappa del Giro d’Italia. Tantissima gente lungo i quasi dieci chilometri di crono che sono assolutamente insidiosi e per certi versi pericolosi. Un saliscendi che non lascia respiro. In tre ci lasciano le penne durante la ricognizione. Froome appunto che si procura un ematoma all’anca, Siutsou che ci rimette due vertebre, per fortuna composte, ma abbandona il Giro senza nemmeno partire e Lopez che rimedia qualche escoriazione.
Durante la misura delle biciclette sotto il gazebo di partenza Elia Viviani segnala a Marco Velo la pericolosità di un paio di tratti e, in nome del gruppo chiede di intervenire. “Ho segnalato il problema perché non penso a me ma anche a tutti miei colleghi in gruppo. Già il caldo e l’afa toglie lucidità.Se ci mettiamo pure le cadute. O centri le transenne o i materassi ma comunque per saltare il dosso rischi di farti male”. E prontamente Velo fa sistemare alla bell’è meglio i tratti ritenuti disagevoli. Il caldo incide sulla performance degli atleti ma tutti sono consapevoli che questo è solo il primo assaggio di un. Giro d’Italia che si preannuncia emozionante.
Si alternano alla pedana di partenza nomi di grido, perché questa corsa rosa ha voluto solo qualità. L’accordo di Vegni è stato chiaro. Rimborsi ai team solo se portano il meglio delle squadre. E il meglio c’è, anche fra gli italiani. Alla partenza troviamo un Giulio Ciccone motivato. “La vittoria al Giro dell’Appennino mi ha dato fiducia. Alla vigilia del Giro d’Italia sono scivolato banalmente indiscussa, mi sono fatto un pò male il polso ma sto facendo recupero. Partire praticamente dopo Froome e prima di Dumoulin mi da grande morale”. Sfilano i tanti corridori italiani lungo il vialone di Gerusalemme che porta alla città vecchia dove è custodito il Santo Sepolcro. Qualcuno sommessamente si fa il segno della croce e rivolge un pensiero al cielo.
Parte il Giro e già esserci per molti è un successo. Da Andreetta a Simion, Tonelli, Coledan solo per citarne alcuni. Sanno benissimo che per loro è solo un banco di prova, sono altri gli specialisti. E il numero uno adesso è Dumoulin che si presenta in sala stampa alla conferenza stampa mangiando del riso con delle verdure. Ha fame, la giornata è stata pesante e si assapora il gusto del rosa, della sua maglia della sua doppia vittoria.
Campione del mondo a cronometro, sul traguardo di Gerusalemme ha vinto la prima cron o e indossato la maglia del primato. Sulla caduta di Froome è lapidario. “Quando cadi in ricognizione e ti fai male parti già nervoso. Per quanto riguarda me in vece sono soddisfatto del mio risultato. Anche se al momento come squadra non abbiamo un piano per tenere la maglia rosa per tre settimane. Non è semplice. Vedremo strada facendo. Intanto mi godo questa maglia e soprattutto l’impressione che ho avuto di questo paese, Israele, un paese dove il ciclismo si sta sviluppando da poco tempo e sta già crescendo molto. Tantissima gente lungo le strade, bei percorsi. Oggi sono veramente soddisfatto”.