Ordine d’arrivo:
1° Phil Bauhaus (Bahrain Merida) 4h34’25”
2° Simone Consonni (UAE Team Emirates)
3° Imerio Cima (Nippo Vini Fantini Faizanè)
4° Alexander Konychev (Dimension Data)
5° Damiano Cima (Nippo Vini Fantini Faizanè)
6° Alberto Dainese (Italia)
7° Yevgeniy Gidich (Astana)
8° Edwin Avila (Israel Cycling Academy)
9° Umberto Marengo (Neri Sottoli Selle Italia KTM)
10° Luca Pacioni (Neri Sottoli Selle Italia KTM)
Parla tedesco la 101^ Coppa Bernocchi. Ad alzare il braccio sul traguardo di Legnano è Phil Bauhouse della Barhain Merida. Un corazziere che non guarda in faccia nessuno. Provoca una caduta ai trecento metri, sgomita sul lungo rettilineo d’arrivo ma in conferenza stampa fa spalluce. Un pò come tutti i tedeschi, un pò come faceva anche Marcel Kittel nelle volate… Non era mai colpa sua.
“Sapevo che era una fuga pericolosa quella con Viviani, abbiamo ripreso i corridori in testa con la collaborazione dei miei compagni di squadra e impostato la volata che per noi è stata regolare”. Termina Bauhouse con sguardo quasi beffardo parlando addirittura di sicurezza “Troppe macchine sul percorso, entravano, uscivano dal percorso, non mi sono sentito proptetto”.
Non è dello stesso avviso Niccolò Bonifazio che è rimasto vittima della caduta ai trecento metri. Arriva al traguardo tutto lacerato sul gluteo e la coscia sinistra e le imprecazioni non si sprecano. “Avevo puntato tutto alla volata ma il tedesco mi ha stretto”. Il lungagnone della Barhain Merida si era fatto già conoscere in Veneto al Criterium di apertura dell’Adriatica Ionica Race. La squadra di Nibali è al terzo successo consecutivo con la Coppa Bernocchi. Due vittorie consecutive nella corsa di Legnano con Sonny Colbrelli e adesso la manifestazione parla tedesco. Un tedesco un pò troppo sfrontato ma quando si parla di sicurezza in corsa e gestione siamo tutti in accordo.
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