Che l’Italia non sia un Paese per le biciclette è ormai cosa nota. La carenza strutturale cronica, il ritardo nell’innovazione e, soprattutto, le risorse che mancano per prevedere percorsi alternativi fanno dell’Italia il fanalino di coda della mobilità alternativa in Europa.
Ma quando, anche dove sono previste delle piste ciclabili, queste vengono utilizzate come un vero e proprio parcheggio abusivo risulta ancor più evidente che il vero problema è culturale ancor prima che strutturale.
L’ultima “denuncia” arriva da Sedegliano (Udine) e a lanciare l’allarme è uno dei professionisti italiani più apprezzati nel mondo: Alessandro De Marchi, il “rosso di Buja”.
Un breve video e un commento al vetriolo, quanto basta per scatenare, nuovamente, la polemica sulla assenza di sicurezza per le due ruote in Italia. Queste le parole che Alessandro De Marchi ha affidato ai social network: “Premesso che con questo video non intendo sgravare i ciclisti dalle loro responsabilità e talvolta dai loro errori, non credo che questo sia l’utilizzo corretto di un tratto di pista ciclabile/pedonale. I tratti dedicati a noi sono già pochi, a volte difficili da percorrere , se poi gli automobilisti li usano come area di sosta diventa impossibile provare a seguirli. Lungi da me santificare la categoria “ciclisti” e colpevolizzare gli automobilisti ma questo è un chiaro esempio di come sulla strada ci voglia comprensione e collaborazione da tutti e verso tutti.”
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