“Il 2018 sarà dedicato completamente all’attività su strada anche se Marco (Villa il ct della nazionale pista n.d.r.) ci sta provando a farmi cambiare idea. Penso sarà difficilissimo, quasi impossibile, che avvenga”. A precisarlo è stato mercoledì sera il campione olimpico di Rio 2016 Elia Viviani, in occasione della festa preparata dal Fans Club che porta il suo nome e che è guidato da Agostino Contin, conversando con il giornalisti al suo arrivo al Castello di Bevilacqua, in provincia di Verona.
Elia, che era affiancato da i genitori Elena e Renato, dalla mitica nonna Gina e dal fratello Attilio, è stato accolto da un lungo applauso. “Sono reduce da un intenso periodo di preparazione svolto in Sudafrica – ha precisato – e in questi giorni sarò particolarmente impegnato per una lunga serie di manifestazioni. La stessa cosa sta avvenendo anche per Elena (Cecchini la sua compagna). Questa sera non è potuta essere qui con noi perché da poche ore è arrivata all’aeroporto di Treviso proveniente dalla Germania e quindi è andata in Friuli a casa della sua famiglia. Anche perché io giovedì sarò via e quindi non ci sarà l’occasione per incontrarci. Siamo sempre via. L’ho sentita da poco al telefono e mi ha riferito che il viaggio di ritorno dalla Germania è andato bene”.
Alla motivazione che l’ha spinto a mettere da parte l’attività su pista per dedicarsi alla strada Viviani ha risposto: “Voglio fare molto bene quest’ultima partecipando ad alcune importanti classiche a cui tengo molto e che, però, coincidono con il calendario gare a me più congeniali dei mondiali su pista”.
A chi gli faceva notare se puntasse al Giro d’Italia, al Tour de France o alla Vuelta Viviani ha risposto: “Non lo so ancora. Nei prossimi giorni ci ritroveremo con i tecnici, i dirigenti ed i compagni della mia nuova società, la Quick-Step, per stabilire i programmi. Di certo spero di partecipare a uno o due dei tre dopo la delusione di quest’anno. La mia nuova società, senza nulla togliere alla precedente, il Team Sky, ha anche un’ottima organizzazione e ho notato che i suoi vertici sono particolarmente vicini alla squadra. La scelta del mio cambiamento è stata motivata dal fatto che loro giustamente volevano continuare sulla linea che avevano intrapreso dopo che negli ultimi 5-6 anni li ha visti vincere tutto. Mi è sembrato giusto e lo capisco il perché loro non dovevano cambiare”.
Servizio a cura di Francesco Coppola
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