Ivano Corbanese si è candidato alla presidenza del Comitato Regionale Veneto. Ma quale Ivano Corbanese? Perchè, come se ci trovassimo nel celeberrimo racconto di Robert Louis Stevenson, in Veneto sembrerebbero esserci due Ivano Corbanese tesserati per la FCI, uno nato nel 1961 che è l’attuale consigliere della Ciclistica Provinciale di Treviso e uno nato nel 1962 che è l’attuale Vice-Presidente del Comitato Regionale Veneto.
IVANO BIFRONTE – Ivano Corbanese, dal 2009, quando era presidente del Comitato Provinciale di Treviso, gode di un proprio “avatar” che siede nel consiglio direttivo della ASD ciclistica provinciale di Treviso di cui è stato prima socio (dal 2009 al 2016) per poi diventarne presidente nel biennio 2017-2018 (all’indomani dell’elezione da vice-presidente regionale) ed esserne, dal 2019, consigliere.
Tutto possibile, nonostante le incompatibilità via via inserite dalla FCI, grazie all’utilizzo di un codice fiscale diverso dal proprio, generato con una data di nascita differente di un solo anno. 1961 per la ASD Ciclistica Treviso e 1962 per tutte le altre varie cariche ricoperte negli anni.
Verrebbe da pensare che si tratti di un semplice errore di compilazione, compiuto da una segretaria sbadata, se non fosse che nel direttivo della stessa società oggi presieduta da Lucio Paladin, che ha la sede presso il Comitato Provinciale di Treviso, compare un certo Giorgio Da Bo. Avatar del più conosciuto Giorgio Dal Bo’, appena riconfermato presidente del comitato provinciale trevigiano e, dal 2019, vice-presidente della Ciclistica Provinciale di Treviso.
Del direttivo della ASD Ciclistica Provinciale di Treviso fino allo scorso 29 ottobre, quando ha inviato ufficiale lettera di dimissioni, faceva parte anche il consigliere Flavio Furlanetto, vice-presidente del comitato provinciale di Treviso nell’ultimo quadrienno e appena rieletto consigliere.
Ma perchè Giorgio Dal Bo’ e Ivano Corbanese sarebbero incappati in questo errore? Che motivo ne avrebbero?
CICLISTICA BUSINESS – Per capirlo bisogna fare un passo indietro. La società ASD Ciclistica Provinciale di Treviso è una società sportiva fondata nel maggio 2009 e affiliata per la prima volta alla FCI nel giugno dello stesso anno. Questa società sportiva è stata utilizzata dal Comitato Provinciale di Treviso per svolgere una serie di attività che lo stesso Comitato non ha la possibilità di affrontare direttamente.
Proprio per queste attività, nel 2017, quando Ivano Corbanese era al contempo vice-presidente regionale e presidente della Ciclistica Provinciale Treviso e Giorgio Dal Bo’ sedeva sulla poltrona di presidente del Comitato Provinciale Trevigiano, la ASD Ciclistica Provinciale di Treviso è finita sotto la lente d’ingrandimento del Collegio Sindacale del Comitato Veneto della FCI e dell’organismo di vigilanza della FCI per una serie di anomalie.
La più importante riguarda l’acquisto di un numero considerevole di marche da bollo (circa 1.300 euro) di cui il presidente del Comitato Provinciale di Treviso ha richiesto il rimborso al Comitato Veneto. Queste marche da bollo, stante la dichiarazione del presidente provinciale Giorgio Dal Bo’, sarebbero servite per l’invio delle richieste di autorizzazione delle gare alla Provincia di Treviso.
Nella Marca, infatti, le richieste di autorizzazione alla Provincia, vengono gestite in maniera centralizzata dal Comitato Provinciale mentre tutte le altre (prefettura, questura e comuni) devono essere inviate normalmente dalle società organizzatrici.
Ma questa gestione centralizzata non viene fatta in maniera diretta e gratuita dal Comitato Provinciale bensì dalla ASD Ciclistica Provinciale che, sempre nel 2017, chiedeva alle società organizzatrici 50 euro per ciascuna gara, di cui 32 euro per due marche da bollo e 18 euro per “spese di segreteria”. Un compenso che non si potrebbe richiedere come Comitato Provinciale ma che potrebbe essere del tutto legittimo se svolto da un ente privato diverso e separato dal Comitato Provinciale. Ma la Asd Ciclistica Provinciale, proprio per la presenza di Corbanese, Dal Bo, Furlanetto nel direttivo e per il solo fatto di avere la sede presso lo stesso Comitato Provinciale di Treviso non si potrebbe considerare come un soggetto privato distinto rispetto al Comitato stesso.
Come aveva accertato l’organo di vigilanza federale, quindi, il Comitato Regionale Veneto avrebbe acquistato le marche da bollo necessarie per le autorizzazioni della Provincia di Treviso per conto del Comitato Provinciale di Treviso. Però, allo stesso tempo e per lo stesso utilizzo, la ASD Ciclistica Provinciale si sarebbe fatta rimborsare le stesse marche da bollo dalle società organizzatrici incassando per di più una quota a titolo di diritti di segreteria.
L’organo di vigilanza federale non ha potuto portare a termine gli accertamenti solo perchè, come riferiva l’allora segretario generale della FCI, la dott.ssa Gabriotti, nel settembre 2017 nel Comitato Regionale Veneto, dove era vice-presidente Ivano Corbanese, si sarebbe verificato un furto nel corso del quale sarebbero stati sottratti numerosi documenti contabili. E tra queste scartoffie, sarebbero sparite proprio quelle che avrebbe richiesto l’organo di vigilanza della FCI.
Nonostante la sparizione dei documenti, il Rag. Biancesco e gli avv. Moscarino e La Rocca hanno incrociato il numero di gare disputate nel 2016 e nel 2017 in provincia di Treviso e hanno concluso che le cifre erano corrispondenti alle marche da bollo acquistate; i componenti dell’organo di vigilanza evidenziavano però che non vi era un riscontro in merito ai presupposti giuridici che legittimavano la presenza della ASD Ciclistica Provinciale presso la sede del Comitato Provinciale di Treviso.
L’organismo di vigilanza federale ha informato delle anomalie riscontrate il consiglio federale dove sedevano tra gli altri il presidente Renato Di Rocco e la vice Daniela Isetti, da sempre molto vicini ai dirigenti trevigiani, ma alcun provvedimento è stato mai adottato. Anzi, la vice-presidente Daniela Isetti non ha mancato di far sentire la propria vicinanza al comitato trevigiano presenziando alla rielezione di Giorgio Dal Bo la scorsa settimana.
FATTORE RB: IL FIORE ALL’OCCHIELLO – Ma non finisce qui. Ivano Corbanese, il fratello di sè stesso, ha inserito nel proprio programma da candidato presidente regionale “l’ampliamento a tutta la regione del Fattore RB” che altro non è che il programma che consente alla ASD Ciclistica Provinciale di Treviso di interfacciarsi con i vari enti. Un vero e proprio fiore all’occhiello che, però, in tutti questi anni è stato gestito in maniera privatistica dalla società sportiva trevigiana invece di essere messo a disposizione gratuitamente da parte del Comitato Provinciale della FCI.
L’ormai celebre “Fattore RB”, infatti, nasce da un’idea del compianto appassionato architetto Renato Beraldo: le spese per lo sviluppo del sistema informatico sarebbero state sostenute dalla FCI ma la gestione negli ultimi anni è stata affidata unicamente alla ASD Ciclistica Provinciale Treviso che, come vi abbiamo raccontato poco sopra, incamera dalle società trevigiane i proventi per l’utilizzo di questo software. 50 euro per le società organizzatrici di Treviso e 15 euro per qualsiasi manifestazione ciclistica che attraversi la provincia trevigiana, marche da bollo comprese.
Un balzello istituito in maniera unilaterale da Corbanese e compagni che porta ad interrogarsi anche sulle modalità con cui il Comitato Provinciale di Treviso avrebbe deciso di “cedere” la gestione alla Asd Ciclistica Provinciale e non a qualsiasi altra società sportiva di Treviso che avrebbe potuto svolgere lo stesso servizio magari a titolo gratuito per gli affiliati.
Non va dimenticato che per vicende simili il Comitato Regionale umbro della FCI guidato da Carlo Roscini è stato commissariato e che la provincia di Treviso conta più tesserati della stessa Umbria e di tante altre regioni italiane a cui si somma un ricchissimo calendario gare.
Viene naturale chiedersi: cosa comporterebbe ampliarne l’utilizzo a tutta la regione veneto lasciandone la gestione esclusiva in mano della ASD Ciclistica Provinciale?
CICLISTICA E FUTURO – Ma dopo i diritti di segreteria la ASD Ciclistica Provinciale Treviso sembrerebbe aver deciso di fare il salto di qualità puntando alle grandi organizzazioni e ai finanziamenti pubblici.
Nella primavera del 2019, vale a dire solo pochi mesi dopo la segnalazione delle anomalie rilevate dall’organo di vigilanza della FCI, il Consiglio Federale sempre presieduto da Renato Di Rocco e con il benestare di Daniela Isetti decise di assegnare l’organizzazione del Meeting Nazionale dei giovanissimi 2020 non ad una società qualunque di Treviso, bensì proprio alla ASD Ciclistica Provinciale di Treviso.
Una società fatta solo di dirigenti, con il vice-presidente ed un consigliere con una tessera viziata da dei dati errati, che non ha mai tesserato alcun giovanissimo e che in campo organizzativo in 11 anni di attività, ad eccezione della notturna per Elite-U23 di Fossalta di Piave del 2009, ha allestito solo una gara di giovanissimi all’anno (il Trofeo Città di Treviso) è stata quindi riconosciuta dal Consiglio Federale come la più adatta per mettere in cantiere uno degli eventi di maggior richiamo del movimento giovanile nazionale.
Una manifestazione inserita subito nel territorio di Conegliano e Valdobbiadene appena nominato “Patrimonio dell’Unesco” e che, anche per questo, grazie alla vicinanza con Luca Zaia, ha ottenuto un finanziamento regionale di 30.000 euro. Finanziamento che, a causa del rinvio della manifestazione dovuto all’emergenza da Covid-19, è stato spostato al 2021.
Non sarebbe, peraltro, nemmeno la prima volta che la Asd Ciclistica Provinciale di Treviso attinge alle casse regionali: già nel 2017, per promuovere l’annuale gara per giovanissimi di Treviso, aveva ottenuto dalla Regione Veneto un finanziamento di 1.000 euro.
Tutti finanziamenti regolari, sia ben chiaro anche se, a partire dal doppio tesseramento di Ivano Corbanese e di Giorgio Dal Bo’ ci sono diversi elementi che lasciano inevitabilmente dei grossi punti interrogativi sul modo in cui è stato gestito il Comitato Provinciale di Treviso negli ultimi 10 anni, sul ruolo della ASD Ciclistica Provinciale e su come potrebbe essere gestito il Comitato Regionale da Ivano Corbanese qualora le società venete, sabato, decidessero di affidargli le redini del movimento veneto.