Doppi contratti, richieste di denaro per ottenere lo svincolo, un “diffuso sistema” creato da alcuni manager di società ciclistiche professionistiche per agevolare il passaggio al professionismo dei corridori dietro lauti interessi generati dagli sponsor. Dopo la testimonianza del campione olimpico Elia Viviani sono partiti i primi deferimenti innanzi al Tribunale federale della Federciclismo, emessi dal Procuratore generale dello Sport, Enrico Cataldi, avverso tre team manager di società professionistiche di ciclismo, Gianni Savio, Bruno Reverberi e Angelo Citracca.
Tutto risale a qualche anno fa, quando Viviani avrebbe voluto Marco Coledan con sé alla Liquigas, ma il passaggio non andò in porto perché la squadra dei Reverberi, nel frattempo diventata Bardiani, chiese a Coledan dei soldi: “Rimase sorpreso di sapere che avrebbe dovuto pagare una penale per svincolarsi dalla Bardiani, anche perché prendeva lo stipendio minimo e nessuno gli aveva detto che avrebbe dovuto pagare questa somma che non era nemmeno indicata in maniera chiara nel suo importo” ha dichiarato Viviani nella sua testimonianza resa il 14 giugno alla Procura del Coni.
Ora la procura generale dello sport, che ha avocato a sé la facoltà di deferire i tesserati dopo l’avviso di conclusione indagini da parte della Procura federale della Fci, ritiene responsabili i team manager italiani, di violazione dell’art.1 del Regolamento di Giustizia Federale della Federazione ciclistica italiana. I tesserati rischiano la radiazione.