La conferenza stampa di Roma che ha radunato il mondo del ciclismo e quello istituzionale nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma è stata l’occasione per tornare a parlare della “legge salvaciclisti”.
Il disegno di legge presentato lo scorso mese dal senatore cuneese Michelino Davico che riguardava una modifica all’art. 148 del Codice della Strada per il rispetto della distanza di un metro e mezzo in fase di sorpasso di un ciclista, infatti, è stato ripreso dal Governo Gentiloni che, attraverso il vice-ministro dei trasporti, Riccardo Nencini aveva annunciato nei giorni scorsi di voler adottare un decreto legge in materia, accelerando così i tempi per l’approvazione.
Nella mattinata di oggi, però, si è dovuto registrare un passo “di lato” da parte del vice-ministro toscano, da sempre attento alle questioni legate al ciclismo: “Quando abbiamo convocato assieme al Ministro Lotti questa conferenza stampa, abbiamo individuato che questa presentazione del Gp Liberazione di Roma fosse il momento giusto per parlare anche del tentativo di risolvere alcuni problemi per il futuro. Perché quando si vedono i dati degli incidenti stradali, i ciclisti rappresentano sempre una fetta importante di quei numeri” ha esordito Nencini che ha precisato: “Ci sono due grandi problemi che affliggono le nostre strade e che sono motivo di incidenti: il primo è l’uso degli smartphone da parte di chi è alla guida, il secondo è la scarsa tutela degli utenti deboli della strada. In quei 249 ciclisti morti all’anno una causa importante è anche quella legata alla fase del sorpasso. In questi giorni stiamo valutando la via da seguire per inserire questa modifica al codice della strada: potrà essere inserita nella modifica organica del codice della strada che è allo studio ormai da anni oppure arrivare attraverso la decretazione d’urgenza per la quale, però, stiamo ancora studiando l’attaccapanni normativo”.
Due vie molto diverse tra loro, quelle disegnate da Nencini: se, infatti, la decretazione d’urgenza sarebbe sinonimo di rapidità nell’adozione del provvedimento, l’inserimento nella riforma organica del Codice della Strada, viceversa, potrebbe rappresentare la strada più ardua, più lunga ed incerta per la modifica all’art. 148 CdS.
“Apprezziamo lo sforzo del Governo ma stiamo a vedere in che direzione si proseguirà perchè la questione merita la massima considerazione e chiede di essere adottata nei tempi più contenuti possibile per porre rimedio ad una strage silenziosa davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi” ha commentato da Palazzo Madama il Sen. Michelino Davico, primo firmatario del DDL salvaciclisti. “Per questo motivo manteniamo ferma la proposta del nostro Disegno di Legge: ci auguriamo ora, e lavoreremo per questo, che il Governo dia corso nel più breve tempo possibile all’intenzione condivisa lo scorso 16 marzo anche da altri 62 senatori di quasi tutti gli schieramenti”.
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