Il vento del cambiamento nel mondo delle due ruote è partito da ovest in questo weekend e sembra destinato a spazzare tutta la Pianura Padana fino a raggiungere le estremità orientali. Dopo Piemonte e Lombardia, infatti, in attesa delle votazioni di Veneto ed Emilia Romagna in programma il 17 e il 18 dicembre, la prossima fermata sarà quella in Friuli Venezia Giulia domenica 11 dicembre. A confrontarsi da una parte il presidente uscente Bruno Battistella, vice-presidente della FCI del Friuli dal 2005 al 2008 e alla presidenza dal 2009, dall’altra lo sfidante Stefano Bandolin, uomo della strada, ex-atleta, ds e dirigente di società.
IL FILO ROSSO – Dopo l’avvicendamento avvenuto in Piemonte con il passaggio di testimone tra Rocco Marchegiano e Gianni Vietri e il successo di Cordiano Dagnoni che ha spazzato via le velleità del numero uno uscente Francesco Bernardelli, dunque, domenica potremmo assistere ad un nuovo e, fino a qualche settimana fa, impensabile ribaltone anche in Friuli Venezia Giulia.
Cambiare si può e molto spesso fa bene a tutto il movimento. A dar corpo alle convinzioni dei bookmaker federali che a pochi giorni dal voto danno addirittura in vantaggio il gruppo di Bandolin, vi sono due modi di guardare al ruolo del Comitato Regionale che appaiono diametralmente opposti. Mai come oggi le elezioni federali regionali appaiono collegate da un sottile filo rosso e ad Est sembra di rivivere quanto già visto in Lombardia: da una parte la presidenza uscente ingessata e incapace in questi anni di difendere il movimento da una crisi di numeri e di idee sempre più accentuata, dall’altra un gruppo giovane con una spiccata professionalità che vuole dar vita ad un Comitato Regionale capace di essere sempre più al servizio delle società che operano nel settore.
FALLIMENTI E PROPOSTE – Il comitato regionale come un “Infopoint” recita il programma di Stefano Bandolin che vuole ridare centralità ad una regione che potrebbe essere per il movimento nazionale un ponte verso l’Europa e che, invece, negli ultimi anni è diventata sempre più una landa desolata con la sola provincia di Pordenone a beneficiare del sostegno federale.
Non è un caso che sotto la presidenza Battistella, infatti, si siano persi tra gli altri il Giro del Friuli riservato ai professionisti (ultima edizione nel 2009), il Giro del Friuli Internazionale a tappe (ultima edizione nel 2015) e una internazionale di lusso come il Trofeo ZSSDI di Trieste (ultima edizione nel 2014). Pietre miliari che sono finite nel dimenticatoio proprio negli anni in cui i grandi organizzatori (su tutti RCS) riscoprivano le bellezze del Friuli Venezia Giulia. Gare fondamentali per l’intero movimento e per le quali il Comitato Regionale guidato da Battistella non è riuscito a fare nulla negli ultimi otto anni pur di salvaguardarle dal fallimento.
Da questi fallimenti, dopo due tornate elettorali in cui l’unico candidato alla presidenza friulana era Bruno Battistella, sarebbe nata l’esigenza di cambiare strada, avvertita da molte società friulane: voci, rumors, discussioni e delusioni sommate negli anni, che sono passate sottovoce tra i corridoi e che potrebbero sfociare domenica in un voto favorevole a Stefano Bandolin.
E i punti forti buttati sul tavolo da Bandolin con il suo programma sono davvero molti: dalla razionalizzazione dei ruoli all’interno della struttura regionale alla rivalutazione della sede di un Comitato Regionale che oggi si divide incredibilmente tra Pordenone e Udine, passando per il reclutamento di nuovi operatori del settore e il rilancio delle attività frontaliere. Dall’altra parte, scorrendo le pagine redatte da Battistella si raccoglie tanta premura (una parola ripetuta per 9 volte in appena 6 pagine di programma) e il rispetto regole federali ma nulla più, in continuità con quanto fatto in questi anni.
Il vento del cambiamento all’interno della Federazione viaggia verso Est e, nelle terre che sono battute dalla bora, potrebbe regalare la novità più sorprendente in vista del prossimo quadriennio olimpico.
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