Offida non si fida e disfida… Niente Coppa delle Nazioni. Almeno così pare. Una mail sarebbe stata inviata in Federazione per dis…fidare la Coppa. Troppe poche nazionali, la gran parte delle quali ritiratesi all’ultimo momento, rinviando il bollettino d’ingaggio al mittente, troppo alti i costi di viaggio per nazionali che stanno limando sui risparmi di gasolio, autostrade, biglietti arei, alberghi, per correre poi un solo giorno.
Se ne vale la pena, Liegi – Bastogne – Liegi, Giro delle Fiandre, Gent, lo si fa. Sovrapposizioni di corse di carattere nazionale e internazionale e ognuna a cercar il proprio proscenio, la scena madre, forse un po’ di crisi della calzatura, forte nella zona di Offida.
Ed ecco che Offida, paesino sperduto nelle Marche, zona Ascoli Piceno, dove storicamente il popolo Piceno, rude e rozzo combatteva per i propri pascoli contro i Romani. Insomma, la tanto pubblicizzata Coppa nazioni Under23 si sfila. Forse, non si sa, pare. E il primo maggio per le nazionali resta il piano B. Tutti al mare. Nel frattempo si sta imbastendo quella che voleva fregiarsi dell’altisonante Coppa delle Nazioni, nome invece già cooptato da Offida, che alla fine si chiamerà Terre di Toscana. Una due giorni di corse a tappe, crono squadre, corsa in linea e il giorno successivo corsa dura. una sorta di riscaldamento del Giro d’Italia under23. ma ancora vicina vicina ad un’altra gara, al nord, a Taino, per due anni centro del mondo degli under23 ed ora gara nazionale. la coperta è corta, i corridori sono quelli e anche le nazionali che investono per venire in Italia.
L’uno che si pesta i piedi con l’altro. Un calendario fatto di regionali, corda tirata all’arrivo e transenne vintage, che vede alla partenza un centinaio di corridori. Corridori che dopo un solo mese di gare hanno già appeso la bici al chiodo. Un ciclismo, quello dei dilettanti che deve fare il salto di qualità. Lasciar da parte l’improvvisazione e il volontariato puro che a volte rischia di far decadere nell’immagine. O rischia davvero di implodere. Meno gare e più di qualità, vendere un prodotto che crea evento, fa opinione, crea tifo. Cosa che accade in Veneto. Dal Piva al Belvedere, a Negrar, San Vendemiano, Poggiana. Perchè il ciclismo non è più affare per tutti, se si vuole creare business.