Si sa il ciclismo può essere uno sport bellissimo e crudele allo stesso tempo, ieri sull’arrivo di Campo Felice abbiamo assisto ai due risvolti della stessa medaglia; chiedetelo a Egan Bernal e Geoffrey Bouchard appena hanno tagliato la linea di arrivo. Il colombiano si è lasciato andare ad un pianto liberatorio dopo un anno complicato è riuscito a scacciare i fantasmi che lo hanno tormentato e grazie alla vittoria di tappa e la maglia rosa ha ripagato appieno la fiducia e le aspettative del team.
Un’ altro pianto è quello che ha stento ha trattenuto il francese Geoffrey Bouchard, il corridore dell’AG2R – Citroen non è sicuramente un campione, il ventinovenne è passato professionista solo da due anni fa e ha vinto fino ad oggi solo corse minori. Negli scorsi giorni ha più volte tentato di fare il colpaccio, ieri finalmente la vittoria sembrava essergli alla portata di mano, si è visto sfrecciare affianco proprio il colombiano della Ineos quando i metri che mancavano al traguardo erano solo 400, vanificando così il sogno di una vita intera.
Il francese visibilmente commosso subito dopo il traguardo a stento è riuscito a proferire parola. Con affanno ha dichiarato:
“Mi sono mancate le energie nel finale, – perché le lacrime Geoffrey? – Delle volte bisogna avere buone gambe e fortuna, beh ho avuta la possibilità di fare un’azione solitaria nel finale, purtroppo ci siamo fatti riprendere negli ultimi metri, negli scorsi giorno ho provato molte volte a cogliere la vittoria, ma non mi ha sorriso, oggi ho riprovato ma mi è mancato pochissimo per alzare le braccia, mancano ancora 2 settimane alla fine – hai comunque la maglia blu? – , devo vincere una tappa è l’unico obiettivo, non sono riuscito a vincere, ringrazio la squadra e i direttori sportivi che mi hanno aiutato, ho avuto un super Gallopin al servizio che mi ha guidato, mi dispiace non aver concretizzato”.
Di diverso stato d’ animo invece Bernal:
“Non riesco a crederci. ho vinto la mia prima tappa in GT , Ho fatto moltissimi sacrifici per essere in questa posizione dopo tutta la sofferenza al Tour della scorso anno. Non riesco davvero a crederci. Ho affrontato davvero moltissime cose per arrivare nuovamente dove sono adesso. So che manca ancora molto alla fine del Giro, ma questa vittoria e indossare la maglia rosa, anche solo per un giorno, è la ricompensa di tutti gli sforzi fatti in questo inverno”.Pensavo davvero di poter fare bene oggi, ma non ero sicuro di potermi giocare anche la tappa. Se ci sono riuscito è stato soprattutto merito dei miei compagni, che hanno grande fiducia in me e hanno preso in mano la corsa dicendomi che potevo farcela”.