Samuele Battistella, classe 1998, di Rossano Veneto (VI), è un altro giovane corridore di talento tesserato da quest’anno per la continental Dimension Data for Qhubeka, team che in questo avvio di stagione sta raccogliendo numerosi successi, sia in Italia che all’estero.
Convocato nella nazionale italiana in occasione del recente Giro dell’Appennino corso tra i professionisti e del Giro delle Fiandre under 23, si definisce uno scalatore, che però ottiene buone prestazioni anche nelle prove contro il tempo, come accaduto nella cronometro di Montespertoli (FI) di sabato scorso che misurava 24 chilometri, ove è giunto secondo a soli 10″ di ritardo dal compagno di squadra Connor Brown.
In questa prima parte di stagione ha ottenuto due vittorie, a Torre di Fucecchio (FI) e alla gara internazionale del Giro del Belvedere riservata alla categoria under 23, dimostrando di essere un corridore che, al di là della sua forza, sa sia quando è il momento di attaccare sia come essere al servizio dei propri compagni di squadra, come avvenuto all’ultimo GP Palio del Recioto di Negrar di Valpolicella (VR), dove l’incredibile forcing da lui impresso nelle fasi finali della gara ha successivamente favorito l’azione vincente di Matteo Sobrero, suo compagno di scuderia, chiudendo la sua prova al secondo posto.
Uno dei suoi prossimi obiettivi è il Giro d’Italia under 23, che spera di viverlo da protagonista e di riscattarsi così dalla sfortuna che lo ha colpito l’anno scorso, senza però sbilanciarsi sui nomi dei possibili rivali e sulle tappe più insidiose ai fini della classifica generale.
Per questo 2019 hai parlato di molti cambiamenti, oltre a un nuovo team a cosa ti riferivi?
“In questo 2019 i cambiamenti sono stati diversi, a partire dai miei numerosi impegni come il gareggiare ogni settimana o più volte a settimana, aspetto a cui non ero abituato ma con il team si puntano gli obiettivi e di conseguenza si costruisce il calendario. Inoltre i metodi di allenamento sono totalmente diversi”.
L’anno scorso hai ottenuto sei vittorie, in questo avvio di stagione ne hai già due all’attivo, ti senti più forte rispetto all’anno scorso?
“Quest’anno mi sento più competitivo dato che ho fatto alcune corse con i professionisti e ho un ritmo diverso, tenendo conto che sono anche cresciuto di un anno e quindi anche il mio fisico si è un po’ sviluppato”.
Ti consideri uno scalatore, con un buono spunto veloce, al prossimo Giro d’Italia under 23 ti vedremo come uno dei possibili protagonisti? Punterai alla classifica generale oppure ai successi di tappa?
“Uno degli obiettivi della stagione è proprio il Giro, io curerò la classifica generale, sarà molto dura perché il livello è alto ma ci proverò comunque ad essere con i primi in classifica!”
Nelle prove contro il tempo invece come ti destreggi?
“Nelle crono sono bravo, dato che ho un buon passo in salita di conseguenza me la cavo anche nel passo in pianura; da juniores ho fatto un paio di crono e sono sempre arrivato sul podio. Quest’anno mi sono allenato anche in questa disciplina e vedremo come andrà”.
Sembri anche un buon trascinatore all’interno del tuo team, giusto?
“Le persone dicono che sono molto solare e penso che questo mi aiuti anche a trascinare i miei compagni di squadra sia fuori che dentro la gara, è facile per me relazionarmi e supportare le persone, diciamo che è una qualità utile nel ciclismo”.
Dici che il tuo momento migliore del 2018 è stato in occasione dei Campionati del Mondo di Innsbruck, ove hai vestito la maglia azzurra, quella stessa maglia con cui hai vinto una tappa della Corsa della Pace in Repubblica Ceca, quale aggettivo utilizzeresti per queste due competizioni?
“L’aggettivo che dò alle competizioni con la nazionale è “brutale” perché tutte le nazioni portano i migliori atleti e vince chi riesce a tener “più duro”, ad esempio in Repubblica Ceca e all’ultimo Mondiale sono state le gare più dure che io abbia mai fatto, tanto che dopo la prova di Coppa delle Nazioni sono tornato con la febbre e ho saltato il Giro. Oltre che fisicamente bisogna essere preparati mentalmente secondo me”.
E’ ancora presto per parlare di professionismo? Pensi che andrai a completare tutti e quattro gli anni da under 23?
“Per ora non ho nessuna richiesta. Mi tengono d’occhio diciamo ma nessun team World Tour per il momento ha fatto un passo avanti; ovviamente quando il treno passa bisogna prenderlo e se una squadra farà qualche proposta di certo non mi tirerò indietro!”