Il perugino Michele Corradini, classe 1996, dopo quattro anni da under 23 trascorsi nella formazione Mastromarco Sensi Nibali, sta affrontando il suo primo anno nella categoria élite nel team Fortebraccio ove ha ottenuto, fino ad ora, due vittorie rispettivamente al Gran Premio dell’Industria di Civitanova Marche (MC) e al Gran Premio Santa Rita di Castelfidardo (AN), raggiungendo anche diversi piazzamenti, l’ultimo dei quali il secondo posto al Giro del Montalbano di Bacchereto (PO).
Corridore che ha ben figurato nella scorsa edizione del Giro d’Italia under 23, ci racconta dei suoi ricordi in Mastromarco, del suo attuale team, delle sue prime esperienze tra i professionsiti e dei suoi progetti futuri, non solo agonistici.
Come è nato il rapporto con il team Fortebraccio e quale ambiente hai trovato?
“Il rapporto con il team Fortebraccio è nato a novembre quando mi hanno contattano Olivano Locatelli ed Enzo Amantini, parlandomi del nuovo progetto di creare una solida squadra in Umbria per rimettere in luce il ciclismo dilettantistico nella mia regione. Essendo cresciuto a Perugia hanno pensato di inserirmi nella rosa del team per il 2019. Nel momento in cui ho accettato di entrare a far parte della società ho subito trovato un ambiente familiare, disponibile, con tanti e grandi progetti, in primis da parte dei dirigenti Celestini e Rossi; ma in particolar modo sono rimasto contento nel vedere l’impegno e la passione di Olivano Locatelli nei confronti della squadra”.
Qual’è il ricordo più bello degli anni trascorsi nella Mastromarco?
“A Mastromarco ci sono cresciuto, sia come uomo che come atleta, sono arrivato che avevo ancora 18 anni e sono uscito quasi 23 enne. Mastromarco è stata la mia casa e la mia seconda famiglia per 4 anni e quindi di ricordi ne ho tanti. La persona che mi è rimasta nel cuore è sicuramente il D.S Gabriele Balducci con cui ancora ho uno splendido rapporto. Mentre il ricordo più bello che porterò sempre con me è il Giro d’Italia U23 2018 dove ho riportato a casa la maglia blu dei traguardi Intergiro; è stata una soddisfazione per tutta la squadra e un momento di goia soprattutto per il Presidente Carlo Franceschi.
Sei soddisfatto del tuo percorso da corridore compiuto fino ad ora oppure hai qualcosa da rimproverarti?
“Sono abbastanza soddisfatto del mio percorso fino ad ora, ho sempre cercato di dare il massimo sia durante le gare che negli allenamenti, usando sempre la testa e soprattutto mettendoci il cuore e la passione. Ma, come dico spesso, dobbiamo sempre cercare di migliorarci e di perfezionarci, se c’è una cosa che sento di rimproverarmi è di non essere riuscito in questi anni a partecipare ad alcune corse internazionali che facevano al caso mio, sicuramente è una cosa che mi dispiace ma spero di riuscire a rifarmi”.
Quali sono le tue principali caratteristiche?
“Ad essere sincero non ho delle caratteristiche specifiche; sono uno scalatore veloce, ovvero riesco a difendermi nelle salite brevi e in volata con un gruppo ristretto”.
L’anno scorso sei stato stagista per la formazione continental Amore & Vita Prodir, come andò?
“Grazie all’opportunità che mi è stata data dal patron Ivano Fanini, sono riuscito a correre con la maglia Amore & Vita Prodir in diverse gare come il Memorial Pantani e le Tre Valli Varesine. E’ stata una bellissima esperienza in cui purtroppo non sono riuscito a fare grandi risultati, ma grazie alla quale ho capito cosa significa realmente correre tra i professionisti e questo mi ha aiutato anche ad impostare diversamente gli allenamenti per questa stagione”.
Come è stata invece l’esperienza in azzurro al Tour of the Alps di quest’anno?
“L’esperienza al Tour of the Alps mi ha dato molta soddisfazione soprattutto nella terza tappa, dove dopo pochi chilometri dalla partenza sono riuscito ad entrare nella fuga di giornata e a mantenere i ritmi del gruppetto di testa, finché non ci hanno ripreso a circa 7 chilometri dall’arrivo. Quella è stata senz’altro una giornata ricca di emozioni. E’ stata per me la prima corsa a tappe tra i professionisti e posso dire che tutto sommato è andata bene”.
Ti manca non avere la possibilità di confrontarti più spesso in alcune gare con i professionisti?
“Essendo un corridore dilettante più che mancanza sento un forte desiderio di iniziare a correre in modo stabile tra i professionisti, infatti mi sto impegnando al meglio per realizzare questo sogno di cui penso esserne all’altezza forte delle esperienze fatte”.
Come vedi il professionismo dei giorni nostri?
“Avendo corso solo in poche occasioni a livello professionistico posso esprimermi solo da esterno non vivendo quella realtà in modo diretto, ma penso che rispetto al passato, oggi i ruoli all’interno delle squadre siano più definiti e questo a parer mio dà occasioni a più ragazzi con caratteristiche diverse di mettersi in luce e fare carriera. Ad oggi il professionismo è una realtà in cui sicuramente è più difficile entrare e in cui vi è molta selezione; ma che una volta entrato, mettendoci molto impegno, riesce a darti grandi soddisfazioni”.
Come proseguirà il tuo calendario gare e con quali obiettivi?
“Il calendario proseguirà in Italia con gare regionali e nazionali, a breve infatti correrò a Montallese la 50^ Coppa Bologna. Ho diversi obiettivi quest’anno, tra cui quello di mettermi in luce il più possibile e portare a casa altre vittorie, ma quello principale è riuscire a fare il famoso salto di categoria e poter dimostrare tra i professionisti le mie capacità. Inoltre potrebbero esserci altre convocazioni in azzurro in questa seconda parte di stagione, ma di questo non ne sono sicuro. Vedremo cosa ha in serbo per me il futuro”.
Hai ottenuto finora in questa stagione due vittorie ma la Vittoria più bella arriverà a dicembre…
“Si, esattamente. Io e la mia compagna Gemma aspettiamo una bambina che si chiamerà Vittoria, anche in onore dello sport che fa parte della nostra vita quotidiana. Fin da subito siamo stati felicissimi ed emozionati, perché è da sempre il nostro sogno allargare la famiglia. Vittoria nascerà i primi giorni di dicembre ed io sono sempre più impaziente di conoscerla e poterla stringere tra le mie braccia. Gemma mi sta dando la cosa più bella che un uomo possa desiderare, e io non potrei essere più felice di così”.