Marco Murgano, Chiavari (GE), classe 1998 e tesserato per il team Casillo Maserati, ha dimostrato attraverso i suoi risultati ottenuti in questa prima parte di stagione di essere un corridore che sta migliorando e maturando anno dopo anno.
Spesso nel vivo della gara, tre terzi posti raccolti alle gare internazionali di Collecchio (PR), San Vendemiano (TV) e alla classica di Mercatale Valdarno (AR), insegue la vittoria che gli è sfuggita proprio sul traguardo di Collecchio, promettendo, però, di riprovarci per un risultato pieno già a partire dal prossimo grande appuntamento, il Giro d’Italia under 23.
Stai attraversando un buon periodo di forma, cosa manca per la vittoria?
“Si, sto attraversando un buon periodo da ormai un paio di mesi anche se sinceramente non sono al top della condizione a causa di alcuni problemi fisici ad inizio stagione. Con il mio ds abbiamo deciso di partire un po’ più tranquilli perché come obiettivo principale abbiamo prefissato la seconda parte di stagione, da Giro d’Italia under 23 in poi. Per la vittoria non saprei di preciso cosa manca, probabilmente questione di ‘testa’, però fino a fine stagione darò il massimo per vincere!”
Dei tre podi da te ottenuti finora, quale è stato il più sofferto e quello invece che ti ha lasciato l’amaro in bocca?
“Dei tre podi quello più amaro è stato sicuramente il terzo posto di Collecchio perché probabilmente io e il mio compagno di squadra Simone Piccolo potevamo sfruttare diversamente la superiorità numerica nel finale, mentre il più sofferto forse è stato San Vendemiano perché è stata una corsa davvero dura, soprattutto la seconda parte con le cinque scalate di Ca’ del Poggio senza un attimo di respiro”.
Hai menzionato Simone Piccolo, in gara ti abbiamo visto diverse volte all’attacco assieme a lui, sembrate avere una buona sintonia…
“Si, con Piccolo abbiamo una buona sintonia, siamo due corridori molto simili, furse lui più esplosivo e io più resistente in salita”.
Le tue principali caratteristiche quali sono?
“Sinceramente non so bene ancora quali sono le mie principali caratteristiche, me la cavo sulle salite corte ma se sono davvero in forma posso dire la mia anche su quelle più lunghe.. sicuramente non sono un velocista !- ndr. e si lascia andare a una risata -“
Quando hai incominciato a praticare il ciclismo e cosa ti ha spinto?
“Ho iniziato ad andare in bici da g6 perché ho voluto seguire le orme di mio fratello, sei anni più grande di me, che correva anche lui in bicicletta”.
Poco fa hai fatto cenno al Giro d’Italia under 23, quali saranno i tuoi obiettivi in questa competizione e quali secondo te saranno le tappe più dure che dovrete affrontare?
“Probabilmente come obiettivo principale sarà il risultato pieno in qualche tappa, non credo di puntare per la classifica finale. Di tappe dure ce ne sono tante, dalla tappa del Monte Amiata alla tappa che prevede la doppia scalata del Mortirolo, ma credo che una delle frazioni più insidiose sarà la Sesto Fiorentino – Gaiole in Chianti, che presenta otto settori sterrati.”
A cosa invece bisogna fare più attenzione a livello di gestione di una corsa a tappe?
“La maggiore insidia di una corsa a tappe è certamente quella di strafare o di fare esagerati fuorigiri che ti possono compromettere il proseguo del Giro, soprattutto in una corsa di dieci giorni come quella del Giro d’Italia under 23.”
Cosa ti sei portato dentro della tua esperienza dell’anno scorso con la nazionale italiana in occasione del GP Larciano corso tra i professionisti?
“Correre lo scorso anno la mia prima gara con i professionisti è stata sicuramente un’esperienza che porterò con me per tutta la vita e non scorderò mai della fatica fatta in quei 200 chilometri!”
Altri obiettivi al di fuori del Giro under 23?
“I miei prossimi obiettivi sono anche il Campionato Italiano su strada e le classiche estive, come la Firenze-Viareggio e Capodarco!”