Giancarlo Brocci si conferma un vulcano di idee. L’inventore dell’Eroica ha incontrato recentemente il numero uno dell’UCI per rappresentargli le proprie proposte per il ciclismo del futuro: “All’incontro di Aigle con David Lappartient, presidente UCI, ho rappresentato un pensiero, un popolo ed una storia, accompagnato da due giovani svizzeri entusiasti. Ho parlato di ciclismo eroico, di ciò che abbiamo messo in movimento da un quarto di secolo, dell’idea di recuperare strade dimenticate, a partire da quelle senza asfalto, veicolando un messaggio di ricerca di libertà, di sicurezza, di necessità di togliere uno sport così grande dall’assedio del motore e, troppo spesso, dell’inciviltà, così come dall’abbraccio troppo affettuoso di managers ed apprendisti stregoni. Ho detto di quanto, intorno agli sviluppi clamorosi di Eroica, si è riconosciuta una marea di persone nel mondo e si è riscoperto un giacimento di passione inesausta, pronta a nuove esplosioni. Ho cercato di rimettere sul tavolo la storia meravigliosa dei Giganti della Strada, perché guardando ad essa, amandola come merita, si può pensare al ciclismo del futuro. Siamo coloro che hanno rimesso in campo la strada bianca non solo per quel meraviglioso viaggio che è L’Eroica, la prima domenica di ottobre a Gaiole in Chianti. L’abbiamo proposta nel 2007 per una gara di professionisti che sembrava folle ed oggi è World Tour, l’abbiamo inserita in gare a tappe e suonava blasfemo, la proponiamo con bici moderne e con alcuni tratti cronometrati, con la formula Nova Eroica, a Buonconvento (Siena) come in Sud Africa ed in California”.
Il “gravel” come una nuova filosofia per rilanciare il ciclismo mondiale: “Stiamo sicuramente tra i padri spirituali del fenomeno Gravel, che indica un’altra via per ogni dove. Oggi ci siamo ufficialmente proposti nel disegnare i tratti di una nuova branca del ciclismo, come alternativa anche culturale ai dettami delle iper preparazioni, in un ciclismo sempre meno capace di scaldare i cuori”.
Dunque lo sterrato per regalare ulteriori emozioni al pubblico del ciclismo. Questa la formula a cui starebbe lavorando Brocci: “Lavoriamo per il recupero della bicicletta, anche ai massimi livelli competitivi, come riscoperta dell’avventura e dell’imprevisto, del viaggio, capace di proporre giovani eroi belli, sorridenti, mangianti, in grado di bere un buon bicchiere di vino senza bersi il cervello e di proporsi come la migliore gioventù possibile in tempi di facili sballi. Peter Sagan parla ora della sua gara contro la noia di un certo ciclismo, la settimana scorsa domandava se era lui ad essere diverso o gli altri ad essere tutti uguali. Su questi temi e su certe strade Eroica ha posto i suoi traguardi e sta restituendo il ciclismo alla passione della gente”.