La quarantena è stato un periodo di riposo e di noia? Non ditelo a lei, Francesca Pattaro, 25 anni, padovana di Vo, professionista dal 2016, in forza alla Astana Women’s Team che in queste settimane non si è mai fermata del tutto.
SOGNI, CASA E CAMPAGNA – “In questi giorni abbiamo sistemato il pollame e poi abbiamo raccolto e imballato il fieno: la vita in azienda agricola non si ferma”. Immersi nel verde della campagna di Vo Vecchio il coronavirus sembra già un ricordo lontano, anche per lei che è abituata a girare il mondo per gareggiare in sella alla sua bicicletta.
Francesca a gennaio ha debuttato in Australia con la maglia della sua nuova squadra: “E’ stata una bellissima esperienza, la mia prima con la Astana. Mi sono divertita tantissimo, con le mie nuove compagne abbiamo riso tantissimo e sul traguardo di Shepparton abbiamo conquistato anche la vittoria con Arlenis Sierra, la mia compagna cubana. Con il passare dei giorni anche io mi sentivo sempre meglio” tutto, insomma, sembrava andare per il verso giusto per lei a gennaio, poi è arrivata la caduta nella seconda tappa dell’Herald Sun Tour. Impietoso il verdetto: diverse contusioni e lesione del menisco.
“Sono tornata a casa con le stampelle e ho iniziato la riabilitazione in acqua termale” appena il tempo di recuperare e il comune di Vo’ è diventato zona rossa. “Per fortuna in quei giorni mi ero trasferita dal mio ragazzo a Piove di Sacco e abbiamo trascorso insieme la quarantena. Qui mi sono creata una piccola palestra e mi sono tenuta in forma con i lavori sui rulli” racconta con leggerezza e con il sorriso sulle labbra Francesca che è fidanzata con Lorenzo Olivetto, ex corridore dilettante. “A lui è rimasta la passione per il ciclismo e, da ex corridore, può capire i miei tanti impegni in giro per il mondo”. Una coppia “a due ruote” che, in queste settimane, si è pure messa alla prova tra le mura di casa, ovviamente in sella alla bicicletta: “Avevo portato la bici in casa e Lorenzo si divertiva a fare le gimcane tra gli oggetti sparsi in salotto entrando ed uscendo dalle porte del terrazzo. Alla fine è diventata una sfida di equilibrismo vera e propria tra me e lui che abbiamo postato anche sui social”.
LA LAUREA – Non solo “like” e allenamento in quarantena per Francesca che, nel frattempo, si è pure laureata: “Al termine delle superiori avevo messo via i libri, ma avevo tanto tempo libero e sentivo il desiderio di impegnarmi in qualcosa di utile. Per questo dopo le Olimpiadi di Rio ho deciso di tornare a studiare e ho iniziato il corso di Scienze Motorie all’università telematica. La discussione della tesi era programmata per il 19 marzo, poi è stata spostata al 21 aprile e, alla fine, non si è tenuta. Pensare che mi ero portata anche in Australia i libri per preparare la discussione e che, appena tornata in Italia, ero andata a prendermi le scarpe, il vestito e la borsetta per la laurea. Laurearsi così è come vincere una gara senza poter alzare le braccia al cielo… mi dispiace un po’ non aver potuto presentare la mia tesi ma sono comunque orgogliosa di avercela fatta”.
Una laurea triennale ottenuta a pieni voti ma per Francesca si tratta dell’ennesima tappa in una vita piena di traguardi: “Ora mi sono presa qualche mese di pausa, spero di poter tornare a correre il prima possibile e a settembre tornerò sui libri: voglio completare gli studi con la laurea specialistica. E’ un ambito che sento molto vicino a ciò che faccio in bicicletta e che completa la mia formazione”.
STRADA E PISTA – E, intanto, il pensiero va a quando (forse) si potrà tornare a correre: “Già poter allenarmi su strada in questi giorni è stato bellissimo. Non vedo l’ora di tornare a correre con la mia squadra: qui ho trovato un ambiente sereno e ottimale per esprimermi al meglio. Sono pronta a lavorare per le mie compagne e, quando ce ne sarà l’occasione, a provare a cogliere qualche soddisfazione personale” ha spiegato senza perdere mai il sorriso Francesca.
Se la strada è il suo pane quotidiano, ad ispirare la padovana c’è la pista che l’ha già vista protagonista alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Era il 2016 e con il quartetto azzurro conquistò un lusinghiero sesto posto nell’inseguimento a squadre. Oggi il sogno di Francesca è quello di tornare alle Olimpiadi, a Tokyo, nel 2021: “Il fatto che siano state spostate al 2021 mi concede qualche mese in più per prepararmi meglio per questo appuntamento. Per come era iniziato il 2020 avrei faticato ad essere al top della condizione per l’estate mentre così avrò, spero, tutto il tempo per preparare un appuntamento così importante come quello a cinque cerchi. Speriamo di avere di nuovo a disposizione l’impianto di Montichiari perché questo ci agevolerebbe tantissimo: andare in Svizzera o al Vigorelli anche solo per allenarsi comporta un grande dispendio di energie e poi non si riesce a dare il massimo. Montichiari, in questa prospettiva, è fondamentale per poterci migliorare in vista di Tokyo anche se bisognerà attendere il momento in cui potremo tornare ad allenarci come un team” ha concluso Francesca.