Federico Rosati è un altro di quei corridori che non si risparmia in gara. Battagliero come lui stesso si definisce, anche nello scorso fine settimana a Pontedera (PI) è stato protagonista di una bella azione, come bello è il suo primo podio da under 23 ottenuto lo scorso anno sul traguardo di San Leolino (FI).
Classe 1998, umbro di Marsciano (PG), in questa stagione è alla ricerca di conferme con la maglia della Mastromarco Sensi Nibali, formazione che domenica scorsa ha ottenuto il primo successo stagionale con Niccolò Ferri a La California, frazione di Marina di Bibbona (LI).
Cosa significa per te far parte del team Mastromarco Sensi Nibali?
“Far parte di un team come la Mastromarco Sensi Nibali per me è un onore, sapere che da questo vivaio sono usciti corridori come Vincenzo Nibali, Damiano Caruso, Valerio Conti e Alberto Bettiol mi dà degli stimoli particolari. La Mastromarco Sensi Nibali ormai fa parte della mia quotidianità ed è diventata per me come una seconda famiglia”.
Quando hai l’occasione di incontrare Vincenzo Nibali, come è avvenuto anche quest’anno per la presentazione della squadra, quali consigli vi dà oppure cosa tu gli chiedi?
“Vincenzo Nibali è una persona molto disponibile e quando ne ha la possibilità non ci fa mancare della sua presenza. Cerco sempre di ascoltare i consigli che mi vengono dati da persone più esperte e a maggior ragione quelli dati da un Campione come lui. Un consiglio che lui ci ha sempre dato è quello di non smettere mai di fare sacrifici e di credere sempre in ciò che facciamo. Quando ci passo del tempo, che sia in allenamento o in occasioni come alla presentazione della squadra, è inevitabile non parlare di ciclismo e dei sui prossimi impegni. Molto interessanti sono i sui aneddoti e racconti su esperienze passate che ci danno un’idea di quanto sia impegnativo questo sport, ma, allo stesso tempo, di quante soddisfazioni ne conseguono.”
Sei un corridore con quali caratteristiche e quali tipi di percorsi prediligi?
“Sono un corridore molto battagliero: mi piace entrare nelle fughe e fare fatica, cercando di fare un risultato da lontano ed essere poco attendista. I percorsi di gara che più mi attraggono sono quelli ondulati, quelli che poi diventano selettivi ed adatti a fughe da lontano. Non posso infine negare il fascino che ho verso le strade bianche, rendono il ciclismo affascinante e d’altri tempi”.
Le tue capacità di gestione di una gara come sono?
“Come ho appena detto, sono un attaccante e le prime sensazioni in corsa per me sono molto importanti perché mi fanno subito capire come gestire la gara. Molto importante però è anche il concetto di squadra, la mia gestione gara dipende molto dal tipo di percorso che si va ad affrontare.”
Come hai improntato questa stagione?
“Con il mio DS Gabriele Balducci, dopo un inverno di lavoro intenso, abbiamo puntato ad essere competitivi per il periodo che va da aprile a giugno viste le mie caratteristiche e quelle delle gare da affrontare in questo periodo. Uno dei principali obiettivi personali e della squadra è sicuramente la partecipazione ed essere competitivi al Giro d’Italia Under 23”.
Il ciclismo è uno sport duro che richiede molti sacrifici, qual’ è l’aspetto di questo sport che più ti affascina e quello invece che ti costa più fatica?
“Ho iniziato a fare sacrifici da quando ero juniores e posso dire che ora mi viene quasi automatico perché è diventato per me uno stile di vita piuttosto che un dover fare una cosa per forza. L’aspetto che più mi affascina di questo sport è il calore della gente: non ci sono colori o bandiere ma soltanto tifo per tutti dal primo all’ultimo. Quello che mi costa più “fatica” invece è il tenere uno stato di forma costante, sento di essere ancora giovane e di dover imparare molto ancora sotto questo punto di vista”.
Al di là dell’agonismo, il ciclismo ti ha già dato qualche piccola lezione di vita e quale?
“A fine luglio del 2017 ho avuto un brutto incidente in gara che mi ha compromesso il finale di stagione, l’idea di non tornare veramente competitivo mi balzava in testa però questo sport mi ha insegnato a non mollare mai e a crederci sempre fino in fondo”.
E un pensiero per Michael Antonelli ce l’hai?
“Michael essendo di San Marino ha passato molto tempo in ritiro a Mastromarco e ho avuto modo di frequentarlo. E’ un ragazzo forte e spero riuscirà a passare questo brutto capitolo della sua vita. Con tutta la squadra non smetteremo mai di supportare lui e la sua famiglia”.