Alessandro Ballan corre con la maglia iridata – si è guadagnato il diritto di indossarla per tutta la vita con la sua vittoria a Varese nel 2008. Il 41enne italiano ha gareggiato nelle competizioni più dure del mondo e ha vinto dove conta di più: al Mondiale, nelle Classiche di Primavera, vincendo gare a tappe e una tappa in montagna alla Vuelta dove ha indossato la maglia rossa del leader.
Ora, come molti stradisti, ha cominciato ad avventurarsi in fuoristrada ed è stato attratto dal mondo gravel. Alessandro monta il gruppo Ekar, sulla sua bici gravel BMC URS, con un ingranaggio da 40 denti e un pacco pignoni 9-42. Lo abbiamo incontrato durante una pedalata autunnale e abbiamo raccolto le sue riflessioni sul nuovo gruppo gravel Campagnolo Ekar, che utilizza ormai da un anno. Nella sua carriera di ciclista, dilettante, professionista e post-ritiro, Alessandro ha assistito a sviluppi significativi nella tecnologia delle biciclette, non ultima la trasmissione: “Ho iniziato a correre nel 1986, avevo un gruppo a 6 rapporti e il cambio era sul telaio”, ricorda. “Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante! È importante poter cambiare velocemente dopo una curva o allo sprint finale. Anche in salita bisogna avere buoni rapporti a disposizione quindi la scelta del gruppo è fondamentale . E il ritmo di questo sviluppo è aumentato. “
Dopo aver trascorso circa un anno a pedalare con il gruppo Ekar – ha infatti testato diversi prototipi e condiviso i suoi feedback con i tecnici Campagnolo nel processo di sviluppo. Alessandro è molto soddisfatto della velocità e della fluidità di cambiata del sistema 1×13: “È molto veloce e sempre fluido quando vai piano, ma anche quando fai uno sprint e hai bisogno di un cambio molto reattivo.”
Il luogo in cui vive e pedala regolarmente in Italia è relativamente pianeggiante, ma è vicino alle Alpi, quindi il terreno a portata di mano è misto, interessante e impegnativo a seconda del percorso scelto: “Uso Ekar ovunque, su strade sterrate, strade normali e in montagna con condizioni sempre diverse – secondo me è anche meglio sotto la pioggia”, dice Alessandro. “Il mio normale allenamento è generalmente di tre ore, parto in piano lungo il fiume, poi su e giù per circa 500 metri di dislivello, con elementi tecnici, e poi il ritorno a casa. Ma una delle pedalate più lunghe e difficili è quella di quattro ore per scalare il Monte Grappa: è una salita davvero ripida con molte strade bianche”.
È su queste corse che “Bontempino” ha apprezzato l’ampia gamma di rapporti di Ekar: “Funziona molto bene perché posso utilizzare il pignone più piccolo in discesa e quello più grande in salite molto difficili”, spiega. “13 pignoni fanno la differenza su qualsiasi percorso. La cosa che preferisco di Ekar sono le 13 velocità e la mancanza della seconda leva del deragliatore”.
Ma quello che sale deve scendere… Alessandro fa anche un bel complimento ai freni di Ekar: “Adoro il freno a disco. Il grip e l’ergonomia dei comandi Ergopower sono eccellenti – la frenata molto potente ferma la bici senza problemi. Ho le mani grandi e mi sono adattato subito al grip e anche sul bagnato la gomma dei coprisupporti impedisce lo scivolamento.”
I prossimi mesi saranno piovosi nel Nord Italia: un momento ideale per il divertimento fuoristrada e per sviluppare nuove abilità e creare nuove storie. Ma Alessandro guarda già oltre l’inverno: “La prossima estate voglio correre alla Veneto Gravel. È una gara locale, tutta su percorsi sterrati!”
Se stai pianificando una gara gravel in futuro, o se sei un ciclista su strada che vuole affrontare le sue prime avventure nel gravel riding, ecco per te i consigli da Campione del Mondo di Alessandro: “Nella guida gravel devi stare più concentrato su quello che hai sotto le ruote,perché la bici è a contatto più diretto con lo sporco. E devi sempre fare molta attenzione in curva, perché affrontare le curve su sterrato non è come sull’asfalto”.