I furti di biciclette sono sempre un problema nel mondo del ciclismo agonistico ma anche amatoriale o semplicemente per chi ha la passione delle due ruote. E per studio o per lavoro o per benessere si muove in bici. Le ultime vittime illustri dell’odiosa pratica dei furti di bici sono stati, alla vigilia del Giro dell’Emilia, due team italiani. Uno continental e l’altro professional. Al Team Beltrami Tsa hanno aperto il furgone officina sfilando una sorta di chiavistello che tiene agganciata la porta del furgone, svuotando il mezzo di tutte le biciclette presenti all’interno. Alla Bardiani CSF invece hanno sventrato la porta del camion cucina/officina ma trovandosi blindato l’accesso alle bici non sono riusciti a sottrarle.
Odiosa pratica quella dei furti di biciclette. Ma come fare per ovviarla, visto che sempre più spesso i team ne rimangono vittima, non solo in Italia ma anche all’estero. “Mettere le biciclette in camera” interviene subito Angelo Citracca team Manager della Neri Sottoli “Ma non sempre negli hotel lo permettono. Oppure attrezzare la squadra di un furgone blindato che trasporti solo le biciclette. Ma questo implicherebbe un mezzo in più da acquistare, un autista da pagare e spese di trasporto e tanto altro”.
In coro alcuni direttori sportivi su due piedi lanciano una proposta: “Gli organizzatori potrebbero fare degli accordi con gli hotel dove risiedono i team, per pagare una guardia armata anche se il costo dell’organizzazione rischia di aumentare. Solo così le assicurazioni rifonderebbero il furto”.
Stefano Garzelli ex corridore e commentatore Rai afferma: “A me è andata bene la notte scorsa. Mi sono svegliato e ho visto i carabinieri nel cortile dell’hotel e ho capito subito che era accaduto qualcosa. Io avevo la mia macchina vicino ai furgoni che sono stati aperti. Nel mio bagagliaio c’era pure la bici con la quale esco in allenamento. Non si sono accorti evidentemente i ladri. E non mi hanno toccato nulla. Però è strano perché entrare in quell’hotel, che è tra quelli più frequentati quando ci sono le corse, non è affatto semplice. Vigilanza , cancelli chiusi … mah “.
Gianni Savio si espone: “Non abbiamo più strumenti di difesa in queste situazioni. Più di mettere le ammiraglie voltate con il bagagliaio contro lo sportello del furgone, mettere un meccanico a dormire nei camion, mettere allarmi, che possiamo fare. Se qualcuno ha delle soluzioni ce le dica”.
“A me le bici non le rubano. Ai miei corridori, anche se negli hotel non lo vogliono, le faccio mettere sempre in camera ai ragazzi. Rubare biciclette ad un team di dilettanti o a una continental significa metterli in ginocchio. E sono tanti soldi. Possono pure protestare negli hotel. Ma i soldi li tiriamo fuori noi” ha chiosato Stefano Giuliani.