Quando il gioco si fa duro Alberto Giuriato c’è. Pordenonese, classe 1998, tesserato per la squadra continental Cycling Team Friuli, team che domenica scorsa ha festeggiato la sua prima affermazione stagionale andando a conquistare la 104^ edizione della Popolarissima di Treviso grazie alla splendida vittoria di Nicola Venchiarutti, si metteva in grande evidenza già nella passata stagione, al suo secondo anno nella categoria under 23, ottenendo il secondo posto nella classifica generale del Tour of Bihor, cogliendo anche un terzo posto di tappa, giungendo secondo al Gran Premio Sportivi di Poggiana (TV) e piazzandosi al sesto posto nel Gran Premio Comunità di Capodarco (FM), tutte competizioni di carattere internazionale di cui la prima disputata tra i professionisti.
Atleta dall’alta statura, cerca di sfruttare al meglio anche la sua fisicità allo scopo di diventare un corridore sempre più completo.
Come è cominciata la tua stagione e quali impressioni hai fisicamente?
“La mia stagione è iniziata al Trofeo Laigueglia grazie al fatto che la mia squadra, il Cycling Team Friuli, quest’anno ha fatto il salto nella categoria Continental e io e i miei compagni abbiamo avuto l’opportunità di correre al fianco di professionisti affermati. Per quanto mi riguarda la gara non è andata nel migliore dei modi a causa degli strascichi di un’influenza che mi aveva colpito la settimana precedente. Nelle gare successive ho avuto sensazioni sempre migliori che mi fanno ben sperare per quanto riguarda i prossimi appuntamenti”.
Da quello che abbiamo visto l’anno scorso, e considerata anche la tua struttura fisica, sembri un corridore abbastanza completo che fa ben sperare per il futuro soprattutto in chiave corse a tappe, confermi?
“Devo dire che mi sono scoperto anch’io l’anno scorso da questo punto di vista dato che ho discrete doti di passista e in salita tengo abbastanza bene. Ovviamente devo ancora lavorarci molto per poter ambire a qualche risultato di rilievo”.
Come affronti le salite rispetto a chi è più leggero di peso di te?
“Essendo un corridore molto alto e quindi più pesante rispetto ai classici scalatori devo prediligere la regolarità rispetto agli scatti, soprattutto nelle salite lunghe. Le salite corte le affronto semplicemente “a tutta”!
Sulle cronometro, sempre più importanti nel ciclismo di oggi, ci stai lavorando?
“Per questa disciplina sia io che la squadra abbiamo un occhio di riguardo e ci lavoriamo regolarmente. Non è sempre facile conciliare gli allenamenti con la bici da strada con quelli con la bici da cronometro perché sembra sempre non ci sia abbastanza tempo per fare tutto, però cerchiamo sempre di fare il meglio possibile”.
Tra tecnica e forza, cosa pensi di averne di più?
“Tra le due cose penso di avere più forza; la tecnica ho dovuto impararla nel corso degli anni perché, soprattutto nelle categorie giovanili, ero in difficoltà da questo punto di vista”.
Dal tutto di vista tattico, invece, riesci sempre a cogliere il momento decisivo delle gare?
“Non sempre. Secondo me conta molto l’esperienza da questo punto di vista e ho notato che anno dopo anno sono migliorato anche sotto questo aspetto”.
Sei mai stato assalito dalla paura di vincere e poi di non essere riuscito ad ottenere il risultato?
“Onestamente no. La mia squadra non ha mai messo pressioni di questo tipo nè a me nè ai miei compagni creando un clima di serenità che ci porta sempre a dare il massimo senza particolari pensieri: i risultati sono una conseguenza di ciò”.
Trovi sia competitivo e/o duro rispetto agli altri paesi il calendario gare per under 23 in Italia? Che cosa manca secondo te, se manca qualcosa, e che introdurresti?
“Da quello che ho notato in questi anni da under 23 all’estero c’è una maggiore presenza di corse a tappe e le corse di un giorno solitamente presentano un maggior numero di chilometri. Se potessi decidere cosa introdurre la scelta ricadrebbe su una maggiore presenza di gare a tappe nel calendario italiano”.
Quali programmi di gare hai quest’anno e con quali obiettivi?
“Il mio primo obiettivo è quello di arrivare con una buona condizione e ben figurare alle prime classiche del calendario under 23 e al Giro under 23. Per la seconda parte di stagione deciderò più avanti assieme alla mia squadra”.