Ordine d’arrivo:
1° Vincenzo Nibali (Bahrain Merida)
2° Caleb Ewan (Mitchelton Scott)
3° Arnaud Demare (FDJ Groupama)
4° Alexander Kristoff (UAE Team Emirates)
5° Jurgen Roelandts (BMC)
6° Peter Sagan (Bora Hansgrohe)
7° Michael Matthews (Sunweb)
8° Magnus Cort Nielsen (Astana)
9° Sonny Colbrelli (Bahrain Merida)
10° Jasper Stuyven (Trek Segafredo)
Vincenzo Nibali compie una impresa immensa sulle strade della Milano-Sanremo e riporta l’Italia sul gradino più alto del podio a 12 anni di distanza dalla stoccata di Filippo Pozzato: lo Squalo si è involato a metà del Poggio, quando ormai tutti pensavano che la 109^ edizione della Classicissima fosse affare per i velocisti, ed è riuscito a difendere sin sulla linea del traguardo il vantaggio guadagnato in salita.
Un’azione imprevedibile quella di Nibali che ha risolto una corsa caratterizzata dalla pioggia nella prima parte e dal predominio delle squadre dei velocisti sulla salita che conduce a Cipressa: sul Poggio tutti fermi in attesa di Peter Sagan ma l’affondo vincente è stato dell’alfiere della Bahrain Merida.
Situazione congelata in discesa, mentre quando la carovana è tornata in pianura l’inseguimento disorganizzato del resto del gruppo ha favorito un Nibali in una autentica giornata di grazia. La volata del gruppo è andata all’australiano Caleb Ewan mentre il francese Arnaud Demare è stato costretto ad accontentarsi della terza piazza.
Il vincitore della corsa, Vincenzo Nibali, ha dichiarato in conferenza stampa: “In realtà ancora non capisco bene cosa sia successo, perché è tutto così inaspettato. È stato incredibile. Quando il campione lettone Neilands ha attaccato, mi ha chiesto di collaborare. La squadra stava lavorando per Colbrelli che era in gran forma, ma ho visto che Neilands era forte e quando ho visto che avevamo un distacco di 20 secondi, ho deciso di continuare quell’attacco. Nella parte superiore del Poggio, dove la pendenza è un po’ più alta, ho accelerato e poi ho proseguito. I 2 km finali sono stati interminabili. Prima della gara avevo due punti chiave in mente: dapprima la Cipressa, perché se ci fosse stato un attacco con 6, 7 o addirittura 9 corridori, avrei provato a entrare ma senza spingere. Poi c’era il Poggio, il posto più pericoloso, dove era probabile un attacco di Kwiatkowski, Van Avermaet o Sagan. Ero ben posizionato nel gruppo dietro Mohoric, in attesa che qualcuno si muovesse e che reagisse. Negli ultimi 50 metri sapevo di aver vinto. Potevo vedere il traguardo davanti a me e ho fatto in modo di assaporare la vittoria. Con Peter Sagan sono molto amico. Gli ho detto, “Cosa fai, aspetti la volata?” Non mi ha risposto. Il mio ruolo oggi era di stopper per Colbrelli. Volevo capire cosa stava facendo Peter. Un corridore come me deve arrivare da solo. In passato ho imparato che, se finisco con Alaphilippe, Kwiatkowski o Gilbert, finisco dietro. Ho avuto molto sangue freddo nelle mie decisioni. L’attacco è stata un’ottima mossa, ho usato la testa ma anche il cuore perché per arrivare da solo al traguardo dopo tutti quei chilometri e dopo tutta la pioggia, avevo bisogno di molta determinazione. Mi sentivo in ritardo nella preparazione per la Sanremo, ma durante la Tirreno-Adriatico la mia forma è cresciuta e mi mancava solo il guizzo finale. Sono tornato a casa e mi sono riposato, poi sono venuto in questa Milano-Sanremo in ottime condizioni, l’ho realizzato solo durante la gara. Ho finito la scorsa stagione vincendo Il Lombardia e ho iniziato questa stagione con la Milano-Sanremo. Le gare di un giorno sono speciali per me. Forse la Milano-Sanremo è stata quella che meno mi aspettavo di vincere perché non è la più adatta alle mie caratteristiche. In passato ho attaccato sul Poggio e sono andato sul podio, ma sono sempre stato battuto da chi ha un finale più veloce del mio. Oggi ho vinto e sono molto felice”.