Cara FCI,
Caro Renato Di Rocco,
Cara Daniela Isetti,
questo editoriale è dedicato a chi in queste ore chiede in maniera retorica di “abbassare i toni” e di “parlare di ciclismo e di programmi”.
La risposta di ciclismoweb.net è molto chiara: no, non abbasseremo i toni.
Non li abbasseremo perché non li abbiamo mai alzati. Diversamente da come la pensate voi, per ciclismoweb.net fare informazione significa studiare, approfondire e affrontare anche i temi più scomodi. Con una sola regola: attenersi scrupolosamente ai fatti.
Non abbiamo alzato i toni o scritto per rincorrere lo scoop. Non abbiamo lanciato attacchi gratuiti, non abbiamo offeso nessuno, non abbiamo usato parole pesanti. Ed è patetico leggere le vostre velate minacce postate sui social di essere pronti ad “aprire cassetti e armadi” alla ricerca di scheletri.
Così come è inaccettabile il tentativo di mettere il bavaglio ai nostri giornalisti a suon di annunci di querele pretestuose che mirano solo ad ostacolare la pubblicazione di notizie sgradite a chi dispone di potere.
Noi abbiamo semplicemente acceso un riflettore su quanto accade ormai da anni negli uffici federali. Ciò che dovrebbe fare qualsiasi buon giornalista. E lo abbiamo fatto carte alla mano, sempre con il beneficio del dubbio e sempre restando aperti alle parole di chiunque volesse replicare e chiarire la propria posizione.
Non c’è nessun tono da abbassare e nessun capitolo da chiudere. C’è solo l’intenzione di raccontare ai nostri lettori come stanno realmente le cose all’interno della FCI, senza la copertina patinata del “va tutto bene” ad ogni costo.
E, vi prego, smettetela anche con l’ipocrisia del “torniamo a parlare di ciclismo”. Perché noi di ciclismo abbiamo sempre parlato anche quando questa FCI balbettava e si faceva prendere dal panico.
Solo per restare al 2020, vi ricordiamo che è stato ciclismoweb a tenere viva la passione dei ragazzi juniores, Under 23, elite e professionisti facendosi promotore delle gare virtuali durante il lockdown.
E dopo il lockdown con l’aiuto di un manipolo di volontari siamo stati noi i primi ad allestire una gara ciclistica su strada, a Roveredo di Guà, quando ancora i protocolli della FCI erano in stato embrionale. Noi abbiamo dimostrato sulla strada che ripartire era possibile mentre c’era chi pensava alla “stagione in bianco”.
Il modello “Roveredo di Guà” è quello che è stato letteralmente adottato, per non dire copiato, da tutti gli altri organizzatori italiani. Lo dimostrano i fatti. La nostra cartellonistica, la nostra divisione degli spazi, i nostri sistemi informatici sono stati impiegati in tantissimi altri eventi. E ne siamo fieri.
E ancora, ad ottobre, quando l’aria si è fatta pesante per tanti ragazzi è stato ciclismoweb.net a proporre il sondaggio per coloro che erano rimasti senza squadra. Mentre dalla montagna del consiglio federale si partoriva il topolino degli “isolati” noi abbiamo raccolto i recapiti di oltre 300 ragazzi e a molti di loro abbiamo dato la possibilità di correre dignitosamente anche nel 2021.
Noi siamo sempre stati dalla parte dei corridori; abbiamo sempre dato voce alle loro richieste di avere più sicurezza in gara e fuori. Siamo stati tra i primi ad andare a Molino dei Torti per chiedere chiarezza sulla morte di Giovanni Iannelli mentre la FCI prima ha messo a disposizione degli organizzatori i propri avvocati e consulenti e poi, ha esultato per la richiesta di archiviazione disposta dal PM di Alessandria. Ad oltre un anno di distanza dalla morte di Giovanni, però, il Consiglio Federale ha dovuto ammettere implicitamente la lacuna regolamentare, inserendo per le gare elite-u23 l’obbligo di disporre 150 metri di transenne in più.
Tutto questo lo abbiamo fatto da soli, senza alcun appoggio da parte della FCI e nel silenzio assordante dei suoi rappresentanti. Anzi, molto spesso ci siamo trovati di fronte dirigenti federali che hanno denigrato in tutti i modi il nostro operato.
Quindi non venite a chiederci di parlare di ciclismo perché noi di ciclismo non abbiamo mai smesso di parlare. Ciclismoweb.net, anche questa volta, non rinuncerà alla propria funzione. Continueremo ad informare i nostri lettori e a parlare di ciclismo anche dopo il 21 febbraio, anche dopo che questo sistema sarà finalmente solo un ricordo.