Juniores:
1° Thibaus Nys (Belgio) 38’50”
2° Lennert Belmans (Belgio) a 31″
3° Emiel Verstrynge (Belgio) a 38″
4° Dario Lillo (Svizzera) a 54″
5° Tibor Del grosso (Olanda) a 1’08”
6° Marco Brenner (Germania) a 1’13”
7° Jente Michels (Belgio) a 1’29”
8° Florian Richard Andrade (Francia) a 1’34”
9° Rory McGuire (Gran Bretagna) a 1’37”
10° Andrew Strohmeyer (Usa) a 1’39”
19° Lorenzo Masciarelli (Italia)
21° Davide De Pretto (Italia)
29° Bryan Olivo (Italia)
38° Filippo Agostinacchio (Italia)
54° Ettore Loconsolo (Italia)
Donne Under 23:
1^ Marion Norbert Riberolle (Francia) 48’31”
2^ Blanka Kata Vas (Ungheria) a 27″
3^ Anna Kay (Gran Bretagna) a 40″
4^ Katie Clouse (Usa) a 1’29”
5^ Manon Bakker (Olanda) a 1’34”
6^ Inge Van Der Heijden (Olanda) a 1’53”
7^ Francesca Baroni (Italia) a 2’06”
8^ Sara Casasola (Italia) a 2’29”
9^ Ruby West (Canada) a 2’43”
10^ Noemi Ruegg (Svizzera) a 3’23”
Elite:
1° Mathieu Van Der Poel (Olanda) 1h08’52”
2° Tom Pidcock (Gran Bretagna) a 1’20”
3° Toon Aerts (Belgio) a 1’45”
4° Wout Van Aert (Belgio) a 2’04”
5° Laurens Sweeck (Belgio) a 2’32”
6° Michael Vanthourenhout (Belgio) a 3’12”
7° Corné Van Kessel (Olanda) a 3’52”
8° Tim Merlier (Belgio) a 4’32”
9° Quinten Hermans (Belgio) a 4’48”
10° Eli Iserbyt (Belgio) a 5’11”
30° Nicolas Samparisi (Italia)
31° Cristian Cominelli (Italia)
Due mesi fa nel fango di Silvelle di Trebaseleghe il predominio olandese, belga, francese, svizzero, britannico, era stato assoluto. Cambiando il terreno, la latitudine, e mescolando i corridori, il risultato cambia di poco. Ci si sposta alle porte di Zurigo, a correre sul tracciato del primo aeroporto svizzero, creato ai primi del Novecento. Poco più di 400 km di distanza dai vigneti tra Treviso, Padova e Venezia e il canovaccio è il medesimo.
Assolo di Mathieu Van Der Poel tra i professionisti elite. Terzo mondiale consecutivo, dedicato anche questo al nonno Poulidor da poco scomparso. Il fenomeno figlio di Adrian, saluta la compagnia dopo poco, in gara, coperto dai compagni di squadra. Ma tanto non ne avrebbe avuto ugualmente bisogno. E arriva da solo. Al cambio di biciclette sembra stia semplicemente prendendo il the e i pasticcini. Sulla linea del traguardo si ferma persino ad omaggiare il suo costruttore di biciclette. Alle sue spalle si affannano per conquistare almeno la piazza d’onore, una degna medaglia d’argento o di bronzo che “fa curriculum” se in maglia iridata viene fasciato Mathieu, il Fenomeno.
Tra gli under 23 cambia solo il nome e la categoria ma il risultato non cambia. Olandesi, belgi, svizzeri ma dagli ordini d’arrivo scompare il francesino di colore vincitore a Silvelle della prova under 23 appunto, Mickael Crispin, mentre il suo compagno di squadra, il quotato Antopine Benoist si deve accontentare del quarto posto. Non c’è storia tra gli juniores quando Thibaut Nys, altrettanto figlio di cotanto padre, il pluridecorato Sven, conquista in una doppietta clamorosa con un tris di belgi sul podio, la maglia di campione mondiale, dopo aver vestito a Silvelle quella di campione europeo. L’Italia partita con il petto gonfio di speranze con un Davide De Pretto unica vera freccia di valore nell’arco dei commissari tecnici Fausto Scotti e Luigi Bielli, deve cedere alla ventunesima piazza del vicentino della Rinascita Ormelle Borgo Molino.
Poco più avanti di lui Masciarelli il cui nome evoca quello di una stirpe di corridori di rango nel ciclismo. De Pretto quinto per la gran parte della gara comincia a cedere al primo cambio di bicicletta per poi perdere pedalata su pedalata sino a scivolare in fondo al gruppo. Tenace anche Loconsolo, corridore che arriva dal Sud ma che ha la ferocia di un belga nonostante le coccole del team del suo patron Cavaliere, ma si deve archiviare pure la corsa juniores. Le donne ci regalano i tre unici piazzamenti che fanno rialzare la testa alla nazionale italiana, un settimo posto tra le elite con la bolzanina Eva Lechner, stessa piazza d’onore per Francesca Baroni, ottava Sara Casasola tra le under 23.
Folcarelli, Toneatti, Lucia Bramati, Nicole Pesse, Dorigoni, Leone e tutti gli altri, al momento purtroppo solo numeri, senza nulla togliere alla fatica, agli allenamenti, ai titoli e alle tante gare vinte in Italia e pure a buoni piazzamenti all’estero in gare di Coppa del Mondo o Superprestige.
Nulla da dire, non sono più i tempi di Di Tano, Grego, Pontoni, Bramati e Scotti e qualche altro. Tra gli elite ci dobbiamo accontentare del trentesimo posto di Nicolas Samparisi e del trentunesimo di Cristian Cominelli su 36 corridori arrivati e uno ritirato. Qualche polemica sul fatto che mentre stanno ancora correndo la gara mondiale elite sia Cominelli che Samparisi, lo staff azzurro abbandoni il campo, salga in macchina o in aereo con gli atleti puntando il gps direzione Italia. A far da supporto solo i meccanici e massaggiatori.
Che polemiche volete fare. I ragazzini domani hanno scuola, a differenza degli elite. E il ciclocross italiano questo è il massimo che può dare e fare negli ultimi anni. Inutile essere campioni del mondo nella corsetta fuori dalle porte di casa. Di questo passo rimarremo sempre comparse a guardare e ad ammirare MVDP.