Ordine d’arrivo:
1° Dylan Groenewegen (LottoNL Jumbo) 5h43’42”
2° Fernando Gaviria (Quick Step Floors)
3° Peter Sagan (Bora Hansgrohe)
4° Arnaud Démare (Groupama FDJ)
5° Christophe Laporte (Cofidis)
6° John Degenkolb (Trek Segafredo)
7° Daryl Impey (Mitchelton Scott)
8° André Greipel (Lotto Soudal)
9° Andrea Pasqualon (Wanty Groupe Gobert)
10° Mark Cavendish (Dimension Data)
Classifica generale:
1° Greg Van Avermaet (BMC)
2° Geraint Thomas (Sky) a 3″
3° Tejay Van Garderen (BMC) a 5″
4° Julian Alaphilippe (Quick Step Floors) a 6″
5° Philippe Gilbert (Quick Step Floors) a 12″
6° Bob Jungels (Quick Step Floors) a 18″
7° Rigoberto Uran (EF Education First) a 45″
8° Alejandro Valverde (Movistar) a 51″
9° Rafal Majka (Bora Hangrohe) a 52″
10° Jakob Fuglsang (Astana) a 53″
Il dito indice appoggiato alle labbra. Segno evidente per chi, come Dylan Groenewegen, non vedeva l’ora di porre fine alle critiche nei propri confronti dopo le prime volate della Grande Boucle dominate solo dalla coppia Sagan-Gaviria. Il velocista 25enne olandese della LottoNL Jumbo è tornato a ruggire e lo ha fatto sfruttando al meglio gli errori degli avversari sul lungo rettifilo d’arrivo in leggera salita di Chartres.
Una tappa, quella che precede la festa nazionale, piatta nell’altimetria come nella cronaca. Una classica frazione da prima settimana del Tour con il gruppo che è andato a spasso per 220 chilometri prima di accelerare nell’ultima decina e lanciarsi in uno sprint furibondo. Ad avere la meglio questa volta, in uno sprint lanciato lunghissimo dal Campione Europeo Alexander Kristoff, è stato Dylan Groenewegen, subito dietro Sagan e Gaviria, poco più in giù Demare e Degenkolb.
Cavendish, dopo un lieve contatto con Sagan finisce decimo e cede la nona piazza ad un sorprendente Andrea Paqualon. Non c’è traccia nei radar, invece, del tedesco Marcel Kittel giunto con 40″ di ritardo e uscito anzitempo dalla lotta per il successo di giornata.
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